venerdì 30 agosto 2019

File d'anime


La notte lava la mente.
Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
("La notte lava la mente" di Mario Luzi)



L'ondata dei migranti vincerà comunque, chi pronto al balzo, chi quasi in catene. 
Vince per la forza vitale che porta, gambe muscolose capaci di scavalcare il mare, vita che cerca vita. I bambini piangono ma non hanno paura e vanno avanti, le giovani donne sotto turbanti colorati vanno veloci, i grembi fertili. Giovani uomini, ragazzi belli, fieri, lo sguardo lontano procedono a grandi falcate.  
Sbarcheranno comunque questi atleti della sopravvivenza, questi campioni mondiali di voglia di vivere.
Ad attenderli ci siamo noi flaccidi vecchi pieni di pregiudizi. Ci spalmiamo le creme sulle panze rosicando d'invidia mentre quest'onda splendente di giovinezza ha già deciso per noi.

(casa)



giovedì 29 agosto 2019

Sentieri



Camminare sulla tua via,
o sei tu, sentiero, che cammini dentro di me,
o sei tu la creatura
e io un cammino, una via.
Perché tu, come sei intero,
come sei fatto bene, e formato
in tutte le tue parti.
E quando ti incontro, mi sembri vivo
ché ti fai incontro a me, felice,
o quando ti batte la pioggia, e stai immoto
come le mucche, senza cercare un riparo,
e già chiacchiera l’acqua
e diventi un ruscello.
(Claudio Damiani)

Sono già tornata dalle mie vacanze saltellanti, un po' di tempo qui, una settimana là, ma questi ultimi giorni di agosto sanno ancora di vacanza, di natura, di tramonti e passeggiate. Meno male che ho una piscina vicino casa, qualche vasca sotto i pini romani, così poco distante dal cupolone, che mi addolcisce l'arrivo di settembre (la testa sott'acqua. L'unico modo per non farmi raggiungere dalle maratone sul totoministri). E meno male che ci sono le poesie con i loro spazi bianchi tra i versi dove puoi metterci quello che vuoi, quello che sei.
Che immagine perfetta quella del sentiero che ci cammina dentro! Conferma il potere icastico della poesia e la forza del verso nel ribaltare il senso delle cose - quello che siamo e anche quello che saremo, noi come un sentiero. Come sei fatto bene, gli dice il poeta. 
E i classici, l'oriente delle stagioni e lo stupore francescano, come un fruscìo di foglie in sottofondo a questi versi.


(bosco sotto casa)












  



mercoledì 28 agosto 2019

Profumo gozzaniano


Il profumo di glicine dissìpi
l’odor di muffa e di cotogna. Sotto
la viva luce palpiti il salotto!
E il mio sogno riveda i suoi princìpi

nei frutti d’alabastro sugli stipi - 
martirio un tempo del fanciullo ghiotto -
nei fiori finti, nello specchio rotto,
nelle sembianze dei dagherottipi.

O casa fra l’agreste e il gentilizio,
coronata di glicini leggiadre, 
o in mezzo ai campi dolce romitaggio!

Fu bene in te, che, immune d’artifizio,
serenamente il padre di mio padre
visse la vita d’un antico saggio!
(Guido Gozzano da "La via del rifugio")



Conto gli anni con i profumi. Quello della colonia 4711 della mia bisnonna, la fragranza di agrumi nella camera a Napoli, lei vecchissima che scioglieva la crocchia bianca e si pettinava. Lo specchio e la toletta, e quei capelli lunghi che mi facevano impressione così sciolti sulle spalle, non avevano senso per me bambina.
Poi ci furono le saponette alla lavanda di mio nonno nel cassetto dell'armadio. Le cifre sulla camicia, GDM e, tra i golf, la canfora in palline e l'odore di appena stirato. Quello del Foille e del Prep che spalmavo con dovizia infantile sulla bua e guarivo sempre. Il profumo di mia madre che lasciava la scia, eau de parfum si chiamava, sapeva di cappotto morbido, e del dopobarba di mio padre che era uguale ai mille altri sullo scaffale del supermercato, eppure era solo suo quel fresco di guance umide dopo la rasatura... 
Non uso profumi ma amo le saponette e quella colonia col numero sull'etichetta. Torno laggiù, indietro nel tempo, come un genio distratto che si sbaglia e che entra nella boccetta magica invece di uscirne. 


(casa fra l’agreste e il gentilizio)


    

martedì 27 agosto 2019

Cuscino di nuvole


Cuscino di pietra
accompagno 
nuvole
(Santōka 1882-1940)


"Posto e mi vesto" ho detto ancora sgranocchiando la fetta biscottata e riponendo la tazza nel lavello. Briciole in giro, per terra. Pulirò dopo.
Posto e mi vesto. 
Ma l'unica cosa che mi viene in mente è il mio haiku preferito che mai, come ora, sembra scritto apposta per la mia testa pesante, per i miei piedi, che tiro via da sotto il tavolo della colazione come scrollando un cane che non vuole muoversi.
Ode a tutto quello che morde come pulci il sistema nervoso - mettere in ordine le bollette, ritirare quelle analisi, prendere quell'appuntamento, faxare il documento (sì, alcuni lo usano ancora), risolvere il mistero del telefono fisso che non squilla dopo la trappola della fibra, incontrare di sicuro quella persona, tornare in ufficio con la sabbia ancora nei sandali... - canto in tre versi di chi vorrebbe starsene a letto.
E, steso, da lì accompagnare le nuvole e indovinarle (è un cane, un cappello di cuoco, no, ora è una barca enorme!) come quella volta, lontanissima negli anni, quando ancora non poteva conoscere le mille forme che una pietra sul cuore può assumere.

(dal treno)


venerdì 23 agosto 2019

Fratello mare


Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.

Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
("Arrivederci fratello mare" di Nazim Hikmet)

Che bella questa poesia mandatami da Gianfranco dopo qualche giorno passato insieme al mare e che bello l'aperitivo sulla stuoia, gli amici sono belli, e il tramonto e i capelli che diventano dorati poi scuri, le onde del mare che di sera si placano e non rumoreggiano più. Vacanza, lasso di tempo sospeso, e vacuo, nel resto dei giorni.
Gli italiani in vacanza, il governo vacante. Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti...
Abbronzati, chi dalla sdraio chi dal parlamento, guardiamo tutti allo stesso programma, figurine che si agitano, protagonisti social nel talent della politica, e fissiamo la maratona mediatica di quello che siamo.

(Prima del voto)