lunedì 18 marzo 2019

Mario Marenco


Spunta dalla radio
una canzone di quando
stavo diventando grande
(Santōka 1882-1940)


Marenco mi è riapparso a sorpresa tempo fa, nella sede dove lavoro, dentro l'ascensore di Via Asiago. Stessi capelli dritti e rossi, mi disse che era capitato nei suoi vecchi studi per un'intervista, io gli ho fatto un inchino per gioco. Abbiamo condiviso qualche piano sorridendoci, gli ho taciuto che un giorno di anni e anni prima mi sollevò di peso portandomi in giro per tutti i corridoi del secondo piano di viale Mazzini. Sorridevo e lo osservavo. Un po' di Sgarambona e un po' di Riccardino, un po' di Buttiglione e di Aristogitone - e un po' dell'architetto - convivevano ancora dentro quella sua testa spettinata e geniale, fuoriuscivano attraverso la voce, come a prendere aria, e poi se ne tornavano dentro, passando dagli occhi, sempre mitemente allucinati.


(Alto gradimento)




giovedì 14 marzo 2019

Salutismo ovvero l'arte del saluto




Ciao faccia bella,
gioia più grande.
Il tuo destino è l’amore. Sempre.
Nient’altro. Nient’altro nient’altro.
(in "Paesaggio con fratello rotto" di Mariangela Gualtieri)


Nella mia amata città, Roma ingrugnata e incarognita, nel traffico o tra vicini di pianerottolo, un sorriso è un gesto inaspettato, il saluto, addirittura, puro terrorismo. Ho visto gente tremare di paura, il ciao ciao con la mano viene visto come un gesto sovversivo o da freaks, compiuto da diseredati, emarginati, da persone da tenere alla larga.
Nel mio ambiente, poi, salutarsi, a volte significa scendere di un livello, rimanere nello scalino più basso, a Roma si dice "fare i vaghi", e ci si riesce bene, ve lo assicuro (provato sulla mia pelle). 
Ma io faccio parte dei "salutisti", non posso farci nulla. Non fraintendetemi, vi prego, non mi nutro di bacche e semi e se sento nell'aria il profumino di un panino con polpetta scatto sempre sull'attenti in modalità Poldo. Non parlo di "quel" salutismo, quel vegan-bio-fit-gym che ti fa stare in forma ma ti rende aggressivo come un serial killer, o un fissato ossessivo quando va bene, ma di quell'altro salutismo, quello che si fa con la mano o dicendo "buongiorno". Abbassare la guardia lo trovo così rilassante.

Ciao faccia bella.

Amo il salutismo, dovrebbe essere più praticato.


(saluto al sole)

mercoledì 13 marzo 2019

13 marzo 2019




Al profumo dei pruni
d'improvviso, appare il sole
sul sentiero montano
(Bashō 1644-1694)


Ci sono dei giorni, né belli né brutti, che uno vorrebbe fermare. Sono perfetti, trasparenti come fatti di acqua limpida, i semafori sono verdi, qualcuno che non conosci ti sorride, non succede nulla di particolare alla fine, solo scorrono lisci, ora dopo ora. Nel calendario di ognuno sono rari e silenziosi questi giorni, se capitano non ce ne accorgiamo neppure.



(incontri)



martedì 12 marzo 2019

il mondo dei buoni


Dove va,
non avrà scampo
tra cielo e terra
quell'azzurra
e nera transumanza -
la storia umana
non la leggi bene, scienza,
non vede la tua lente
dentro quella consustanza
il sogno, l'agonia, la riluttanza
e quel tempo, a quella postura.
Eppure, eppure...
(In "Lasciami, non trattenermi" di Mario Luzi)

Tra le persone perite nell'incidente aereo molte erano impegnate in attività umanitarie. Ignorate dai più, troppo spesso venivano ostacolate o, peggio ancora, irrise. Ho trovato questi versi di Mario Luzi per ricordare ogni vittima, per cercare nelle parole di un poeta un appiglio, una ragione. Oggi muore un'umanità umana, ed è come se quest'accadimento tragico fosse l'allegoria sbilenca dei tempi che viviamo.
I versi di Luzi rimandano al famoso haiku di Issa:

è di rugiada
è un mondo di rugiada
eppure eppure

Luzi ne svela la forza, come se avesse voluto fermarsi per spiegarcela meglio, liberarla dalla costrizione della brevità, e da questo mondo fragile, tanto da essere di rugiada - riesce a salire quell' eppure eppure di resistenza a cui aggrapparci.


(Bosco di bambù)

venerdì 8 marzo 2019

8 marzo


Cascata di neve
si immerge e si solleva
corpo di donna
(Momoko Kuroda 1938)

È possibile condividere una festa? Dedico la parte che mi spetta della ricorrenza di oggi ai diritti di tutti, per chi soffre discriminazioni, per chi non è rappresentato o tutelato, per chi viene guardato con diffidenza. Auguri a tutti.

(Augurio?)