giovedì 24 gennaio 2019

Lettura, lettori eccetera


Mescola e rimescola le regole
del nostro luminoso futuro
il consulente inglese.

"Dobbiamo essere smart

conoscere la metrica dei consumi
e amare il nostro cliente".

Non riesce a dire l'enigma lettore

ma solo "nella mia vita di prima
anch'io leggevo libri da lettore
proprio come voi, ma poi...
seamless" dice sottovoce

regola la nostra fiducia e ripete

"seamless"... vivere senza cuciture
come un'anima pulita"
dice senza sapere cosa dice.
(da "Tormenti della cattività" di Antonio Riccardi)


Intorno a me gli scaffali delle librerie scoppiano di libri che nessuno legge, neanche il giornale si diceva una volta, "quello non legge neanche il giornale", adesso se lo compri o fai parte di un elite o sei un ottuagenario. Nel mondo in cui sappiamo tutto senza sapere molto, in cui si capisce "a pelle", si conta "a occhio" e si parla "a cazzo", nel mondo smart  che ama il cliente e dove la complessità è out, nel mondo in foto dai colori saturi, senza sfumature come le parole che si usano per definirlo, i cosiddetti “lettori forti”, cioè quelli che leggono almeno 12 libri l’anno, non sono aumentati, restano sempre il 14 per cento (QUI).
Che il numero non sia diminuito la prendo come una buona notizia. Stasera mi ubriaco.


(autobiografia)


  






mercoledì 23 gennaio 2019

La perfezione di Banfi



Primavera-
un uovo bianco e l'ombra
d'un uovo bianco.
(Tomizawa Kakio 1902-1962)


A un simbolo si chiede di essere perfetto. Prendiamo l'uovo. Per gli Assiri era l'uovo cosmico, pende in forma di allegoria al centro della Pala di Brera di Piero della Francesca, nell'haiku che ho trascritto l'uovo è colore senza tinta, è pura luce.
Oggi abbiamo Lino Banfi, vecchio attore di film un po' guardoni. Con il suo nostalgico passato di cabarettista, con quel sano buon senso da uomo comune, da uomo della strada, quello che fa le corna e la battuta, è il nostro simbolo all'Unesco. Perfetto. 
La perfezione di un uovo, la perfezione di un haiku e la perfezione di Banfi, il nostro rappresentante perfetto nella commissione italiana per l'Unesco.


(sguardo zen)










martedì 22 gennaio 2019

Nodi di luce



Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.
Il mio viaggiare
È stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.
 ("Biglietto lasciato prima di non andar via" di Giorgio Caproni, Garzanti, 1982)


Molti scrivono poesie, è il grande fraintendimento, e pochi le leggono, è la triste verità. 
l poeti, quelli veri, puntellano le parole, con i tondini di ferro della metrica ingabbiano i versi, alzano contrafforti, i pesi e contrappesi grammaticali riescono a diventare musica da leggere e da cantare, i poeti fanno, fabbricano un equilibrio profondo e solido anche nel verso libero, un' impalcatura trasparente di suoni e significati.  
"Il poeta è un artigiano, un vasaio" disse una volta Caproni a una conferenza sulla poesia 
"Il poeta è un minatore, è colui che riesce a calarsi più a fondo (...) attingere a quei nodi di luce che sotto gli strati superficiali, diversissimi tra individuo e individuo, sono comuni a tutti"

Il mio viaggiare
È stato tutto un restare

In Gennaio, il mese che l'ha visto nascere e anche morire, cade il ricordo di Giorgio Caproni, colui che si inabissa per riportare su quei nodi di luce che illuminavano la sua esistenza e, ancora oggi, quella del lettore. Il poeta facile, comprensibile come può esserlo una casa, un vaso, una partenza o un ritorno. Che però sono tutte cose difficili da esprimere.  












   



venerdì 18 gennaio 2019

Pagella


Davanti alla dismisura delle cose cerco di provvedere
scendo nel loro baratro. Ogni volta riemergo
con il metro, il compasso, la mente piena di cifre.
Mi struggo per la geometria, mi ostino inutilmente
a calcolare l'area del cubo, del parallelepipedo,
del prisma, nomi di un'aria di cristallo priva di veleno.
È un sogno infantile di teorema,
un innesto di mondo su un segmento di radice.
Se la osservi rimanda a un'equazione, al suo quadrato,
con l'ala dei numeri che svetta su ciò che è smisurato.
("Geometrie" di Antonella Anedda)

Il bambino naufrago ritrovato con la pagella cucita nei pantaloni. 
Sarebbe bello dedicare alla sua memoria un'ora di lezione in classe. Qualche parola del maestro, una cartina geografica da guardare e su cui capire la distanza tra qui e il Mali, un minuto di laico raccoglimento. Potremmo sentirci più vicini, impareremmo a misurarci con la dismisura delle cose


(Rip)




mercoledì 16 gennaio 2019

Brexit


Nessun sole d'estate potrà mai
dissolvere le tenebre totali
diffusa dai Giornali,
che vomitano in prosa trasandata
fatti violenti e sordidi
che non riusciamo, sciocchi, ad impedire:
la terra è un brutto posto,
eppure, per quest'attimo speciale,
così tranquillo ma così festoso,
ti rendo Grazie: Grazie, Grazie, Nebbia.
("Grazie, Nebbia" di W.H. Auden)

A chi, la Gran Bretagna, dovrà dire grazie per tutto questo casino... così poco british? Noi, quelli usi agli impicci e ai sentimenti, la osserviamo da quaggiù mentre continua a brancolare scomposta nella sua stessa nebbia, sperando che non avvolga, un futuro mattino, anche noi. 
Ci si conceda una punta di snobberia, almeno per qualche giorno!

(alla finestra)