Come frecce scoccate
da un ludico arciere
che non ha sempre
per mira un bersaglio, bensì
la bellezza d’una traiettoria,
sorvoliamo lo spazio degli anni.
Nella permanenza in volo
ci viene meno l’orientamento,
siamo oggetto di lanci sbagliati
e privi di verosimile obiettivo.
Dove, dove cadremo?
Così senza onore.
Il sor Franco, da una cinquantina d'anni vecchio leone della meglio quattro formaggi del quartiere,
sbatacchia pensoso nel perimetro della sua gabbia dorata: il risto-pizzeria inaugurato da pochi
giorni con classico invito social. Un locale di antica fede giallo rossa, quello del sor
Franco, a proposito, dov'è finito il
televisore per le partite? E il quadro col pagliaccio triste e la veduta romana? E le
foto di Gigi Proietti e Sabrina Salerno che ammicca, quella con Alberto Lupo e Franco giovane, in
posa con la star. I cuori sotto l'autografo.
Quanto pagherebbe, il sor Franco, per una comanda vecchio
stile da matita sull'orecchio e blocchetto, o quella da vero virtuoso tutta a memoria - una quattro
formaggi, due cacio e pepe, una napoli e una marinara senz’aglio, una
margherita, cinque medie rosse alla spina e una coca - invece di quel tablet
luminoso collegato al corner-cassa!
"Vedo che avete cambiato qualcosa" sibilo.
"Già... e mo' ce so i miei figli” si stringe nelle
spalle. “Hanno preso il locale loro, io è meglio che me riposo. E poi c'ho mi'
nuora che fa l'architetto..."
E sparisce di nuovo, inghiottito dalle mangrovie del bosco verticale sulle pareti.
Un giovane cameriere hipster attacca la sua danza di birre artigianali intorno al nostro tavolo, Mauro ed io, seduti, sorvoliamo lo spazio degli anni e scorriamo il menù.
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(tocco vintage) |