mercoledì 26 giugno 2019

Sulla libellula e sulla delicatezza


Una libellula 
sul cappello.
Cammino
(Santōka 1882 -1940)


Gli incontri, le opportunità, sono come le libellule che ogni tanto si poggiano sul cappello, non si dice forse "cogliere al volo" un'occasione? Succede tra umani, con l'innamoramento e l'amicizia, succede anche con gli incontri letterari e i libri. Santōka è stato la mia libellula sul cappello. Notarlo, approfondire la sua poetica e raccontare in "Haiku e Saké" una biografia così complicata e semplice insieme, mischiarla alla mia, proteggere la delicatezza dei suoi haiku traducendoli (dall'inglese!), ha significato per me, autrice disarmata ed entusiasta, provare a ricalcare quella levità. Gli haiku, in questi due anni dall'uscita del mio libro, e dai cinque del blog, mi hanno portato altre libellule sul cappello. Una fra queste è sicuramente l'incontro con Paolo Lagazzi, autore nascosto e prolifico, sua l'antologia di haiku classici giapponesi tradotti con padre Mario Riccò e pubblicata nel 1996 per la BUR. Fu il mio punto di partenza. In questo "Come libellule tra il vento e la quiete" appena uscito per edizioni La vita felice, racconta di Giappone attraverso un'inclinazione personale, originalissima e sorridente. Con i voli improvvisi di Lagazzi si arriva altrove, si parte e si ritorna anche alla nostra cultura, con nuove divagazioni su personaggi amati (da D'Annunzio a Bertolucci, dalla mamma che amava l'opera al maestro zen) fondamentali per la sua formazione umana e intellettuale. 
Lagazzi è un essere magico, francamente non so bene se esista o meno. Ha levità nella scrittura e nei modi, una capacità unica di sparire tra le righe che scrive, stemperando la sua conoscenza dentro un aneddoto o uno scherzetto. Divaga, danza, fa giochi di prestigio. E possiede il volo verticale delle libellule, quel movimento di sincronia assoluta che gli esperti definiscono il volo perfetto. Come loro è capace di volare all'indietro, con ali indipendenti che gli permettono giravolte e capriole anche in atmosfere rarefatte.
Leggiadro, vola quando parla dei suoi maestri, scompare e riappare dietro le loro spalle.
Quando mi sento pesante, ancorata a terra con le mie scarpe di piombo e la testa incassata, cerco di imparare dagli haijin a scuotermi, a cercare leggerezza. 
E aspetto che uno di loro mi si posi di nuovo sul cappello per continuare il viaggio.      




1 commento:

  1. Grazie per avermi alleggerito il cuore da macigni spesso insopportabili!

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