lunedì 11 dicembre 2017

Costituzione Art.IV


Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

S'erano radunati su un pianerottolo, seduti in cerchio. - Si può sapere cosa state complottando? - chiese Marcovaldo.
- Lasciaci in pace, papà, dobbiamo preparare i regali.
- Regali per chi?
- Per un bambino povero. Dobbiamo cercare un bambino povero e fargli dei regali.
- Ma chi ve l'ha detto?
- C'è nel libro di lettura.
Marcovaldo stava per dire: " Siete voi i bambini poveri! ", ma durante quella settimana s'era talmente persuaso a considerarsi un abitante del Paese della Cuccagna, dove tutti compravano e se la godevano e si facevano regali, che non gli pareva buona educazione parlare di povertà, e preferì dichiarare: - Bambini poveri non ne esistono più!
S'alzò Michelino e chiese: - È per questo, papà, che non ci porti regali?
Marcovaldo si sentí stringere il cuore. - Ora devo guadagnare degli straordinari, - disse in fretta, - e poi ve li porto.
(Italo Calvino Marcovaldo)

(Un Marcovaldo)





Nota
Ho cercato un frammento tratto da un'opera letteraria italiana che dialoghi con ognuno dei primi dodici articoli della nostra Costituzione. È un lavoro pensato - lo ammetto - per me, ma anche per il blog e per Radio3, tanto che nella giornata del 22 dicembre li ascolterete tutti e uno dopo l'altro, letti dalla splendida voce di Tommaso Ragno. Leggerli o ascoltarli può rivelare qualcosa di nuovo. Come con le parole degli autori scelti che si accendono, se calate nella nostra contemporaneità, di nuova empatia. E la mia foto, ovvio.

venerdì 8 dicembre 2017

Costituzione Art.III


Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.

Anche tu sei l’amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue – non altro. 
("Anche tu sei l'amore" di Cesare Pavese)


(Uguali)


Nota
Ho cercato un frammento tratto da un'opera letteraria italiana che dialoghi con ognuno dei primi dodici articoli della nostra Costituzione. È un lavoro pensato - lo ammetto - per me, ma anche per il blog e per Radio3, tanto che nella giornata del 22 dicembre li ascolterete tutti e uno dopo l'altro, letti dalla splendida voce di Tommaso Ragno. Leggerli o ascoltarli può rivelare qualcosa di nuovo. Come con le parole degli autori scelti che si accendono, se calate nella nostra contemporaneità, di nuova empatia. E la mia foto, ovvio.

giovedì 7 dicembre 2017

Costituzione Art. II


Art. II
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.


“Narrasi che tutti gli uomini che da principio popolarono la terra, fossero creati per ogni dove a un medesimo tempo, e tutti bambini, e fossero nutricati dalle api, dalle capre e dalle colombe nel modo che i poeti favoleggiarono dell'educazione di Giove. E che la terra fosse molto più piccola che ora non è, quasi tutti i paesi piani, il cielo senza stelle, non fosse creato il mare, e apparisse nel mondo molto minore varietà e magnificenza che oggi non vi si scuopre. Ma nondimeno gli uomini compiacendosi insaziabilmente di riguardare e di considerare il cielo e la terra, maravigliandosenesopra modo e riputando l'uno e l'altra bellissimi e, non che vasti, ma infiniti, così di grandezza come di maestà e di leggiadria; pascendosi oltre a ciò di lietissime speranze, e traendo da ciascun sentimento della loro vita incredibili diletti, crescevano con molto contento, e con poco meno che opinione di felicità.”
(Giacomo Leopardi Operette morali – incipit)



(Terra piccola)

Nota
Ho cercato un frammento tratto da un'opera letteraria italiana che dialoghi con ognuno dei primi dodici articoli della nostra Costituzione. È un lavoro pensato - lo ammetto - per me, ma anche per il blog e per Radio3, tanto che nella giornata del 22 dicembre li ascolterete tutti e uno dopo l'altro, letti dalla splendida voce di Tommaso Ragno. Leggerli o ascoltarli può rivelare qualcosa di nuovo. Come con le parole degli autori scelti che si accendono, se calate nella nostra contemporaneità, di nuova empatia. E la mia foto, ovvio.






mercoledì 6 dicembre 2017

Costituzione Art.I


Art. I
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Questo lavoro, figlio della fabbrica, mi piaceva e mi dava soddisfazione tanto che andando a mezzogiorno verso la mensa allungavo il giro per passare al reparto imballaggio, dove le macchine nuove, miracolosamente lucide e complete dopo essere passate per tante mani e catene, aspettavano in fila di essere custodite nelle casse e spedite, con la loro faccia piena di denti, in tutto il mondo. Perché tutti non amavano questo lavoro, e molti addirittura lavoravano e vivevano nella fabbrica dimenticando questo frutto del loro lavoro, dimenticando l'esistenza dell'ultima porta della fabbrica? Se avessi una risposta a questa domanda potrei sapere anche perché alcuni malvagi hanno sempre agito contro di me, ribelli ad ogni legge morale, colpendo me forse per colpire la legge ordinata della fabbrica, dove prosperavano; proprio come le malattie si rivoltano contro il corpo che le ha nutrite.” 
(da Memoriale di Paolo Volponi)



(Ex Stabilimento Fiat Lingotto)


Ho cercato un frammento tratto da un'opera letteraria italiana che dialoghi con ognuno dei primi dodici articoli della nostra Costituzione. È un lavoro pensato - lo ammetto - per me, ma anche per il blog e per Radio3, tanto che nella giornata del 22 dicembre li ascolterete tutti e uno dopo l'altro, letti dalla splendida voce di Tommaso Ragno. Oggi festeggiamo il primo principio fondamentale, quello sul lavoro. Lo conosciamo, è vero, è il più famoso, ma leggerlo può rivelare qualcosa di nuovo. Come con le parole degli autori scelti che si accendono, se calate nella nostra contemporaneità, di nuova empatia. E la mia foto, ovvio.

lunedì 4 dicembre 2017

Amici vecchi


Escono senza pensarci
e raccolgono felci.
Vecchi coniugi
(Kawabata Bōsha 1897-1941)



Quando vi vedo per strada vorrei abbracciarvi. Corrervi incontro, farvi i complimenti, darvi un premio, una medaglia. Bravi! Ce l'avete fatta! Vi tenete sottobraccio, scendete la discesa prudenti, una breve sosta per prendere fiato? No, vi scambiate un bacio da sotto il cappello, da sopra la sciarpa.
Avete superato tutto e tutti, dimenticato tradimenti e siete sopravvissuti ad antiche suocere petulanti e giovani nipoti saputi. I lembi delle vostre diverse inclinazioni che vi portavano uno di qua, una di là, aderiscono al millimetro. Bravi, amici vecchi che non conosco e che invidio. Invidio la vostra felicità semplice, i passi più brevi per aspettare l'altro, la piccola pausa in mezzo alla passeggiata insieme, vorrei fare due passi con voi, posso portare io il sacchetto del supermercato? Amici miei che non conosco e guardo, sapendo tutto di voi, ciao.

(Cuore per strada)