martedì 13 giugno 2017

Se non era il merlo era la gazza


Se non era il merlo era la gazza.
Purtroppo ci si sveglia a ogni grido
ma non tutti i messaggi ci riguardano,
grazie a Dio!
Inoltre da tempo preferisco intuire che obbedire,
l'intuito ci può riscaldare
obbedire ci rende pazzi.
Comunque mi dovrò alzare
anche se non sono stati né il merlo né la gazza a svegliarmi,
perché il suono era molto sospetto
un sospetto incrociato come voce flautata di zigolo e al tempo stesso gracchiare di gazza.
E questo orribile incrocio
ci fa realizzare una sola cosa,
qui in questa stanza scambiata
che per il troppo origliare è impazzita
com'è impazzito là dentro il carillon.
(Christine Lavant)


Oggi mi sono svegliata così, per il frenetico cinguettare sul nespolo di fronte la finestra.
E tutto quello che si dice nella poesia potrei averlo scritto io se solo ne fossi stata capace.
Capace di raccontare in versi tutto il casino del mondo.

(Pianeta Nespolo)

lunedì 12 giugno 2017

Movimenti cinque stelle


Ah, sotto l'elmo
un grillo
che stride
(Bashō 1644-1694)


Elezioni comunali. M5S ha fatto flop (notizia QUI). 
Il movimento si è mosso male, forse l'elmo che voleva per forza indossare gli sta troppo grande. Gli balla un po'.

(cri cri)


venerdì 9 giugno 2017

Attesa



Continuare a vivere – cioè ripetere
un’abitudine che serve a procacciarsi il necessario –
vuol dire quasi sempre perdere, o far senza.
…..Dipende.
Questa perdita d’interesse, capelli, e iniziativa
ah, se il gioco fosse poker, sì,
uno potrebbe scartarli, e fare full!
…..Invece è scacchi.
E una volta che hai percorso la lunghezza della tua mente, ciò
su cui hai il controllo è chiaro come una bolla di carico:
nient’altro, per te, devi pensare che
esista.
E qual è il vantaggio? Soltanto che, col tempo,
ci sembra di riconoscere la cieca impronta
dei nostri modi di fare, ne vediamo l’origine.
…..Ma confessare,
nella verde sera in cui comincia la nostra morte,
soltanto ciò che fu, non può bastare,
perché riguarda un solo uomo alla volta,

…..e quell’uomo muore.
("Continuare a vivere" di Philip Larkin )



Camminando in un ospedale. Mettere in fila, come pianeti sulla stessa linea, ascensori, scale, guide col colore giusto da individuare e seguire, e ancora un altro ascensore fino al piano, quello. Girare a destra anche se ieri sembrava a sinistra. Vedi quelle sedie? Ci sei. Siediti e aspetta. 
E poi non dimenticare. Lo stesso percorso al ritorno. E ritrovare il parcheggio giusto, quello vicino all'edificio giallo lì, quello. E poi riprendere la macchina e uscire.

(verde sera)
  

mercoledì 7 giugno 2017

Noi, quello che siamo


Niente ha di spavento
la voce che chiama me
proprio me
dalla strada sotto casa
in un'ora di notte:
è un breve risveglio di vento,
una pioggia fuggiasca.
Nel dire il mio nome non enumera
i miei torti, non mi rinfaccia il passato.
Con dolcezza (Vittorio,
Vittorio) mi disarma, arma
contro me stesso me.
(Vittorio Sereni)

Amo la pacatezza e la lucidità di Sereni, la sua capacità di dialogare anche con noi qui, venti anni e più dopo la sua scomparsa.
Amo la tristezza di un suo dettaglio, come se la voce si rompesse, e amo lo sforzo nel dominarla. Amo la sua inquietudine. 

Si parla tanto di identità, di radici, tutti concetti che francamente abolirei. 
L'unico tipo di identità che riconosco come essenziale è quella del poeta Sereni, l'importanza di avere un nome, Con dolcezza (Vittorio,Vittorio), quel suo io che diventa il mio, il nostro.


(IO)





martedì 6 giugno 2017

Nel cesso con Riina


I miei occhi sfiorano
interrogativi
la nudità.
Lo specchio cola
all'ingiù
dai miei piedi
in giù
nella griglia arrugginita.
("Il bagno" di Inger Christensen)


"Riina è malato, ha diritto a una morte dignitosa" sostiene la Cassazione (la notizia QUI)
Una poesia come il punto di vista di Totò Riina.
Cosa vede riflesso, nello specchio zincato alla parete della cella, il boss dei boss?
Nel piccolo gorgo ai suoi piedi, il grigio del mistero dei rapporti stato-mafia e il rosso di un rivolo di sangue, scivolano nella griglia arrugginita.


(Pizzino)