giovedì 5 gennaio 2017

Sfiga

Allora vide
nel parco di Charlottenburg
nell'ombra stagliarsi contro il sole
circonfusa di una luce
che lo accecava.

Sguardi di un attimo.
Timido quello di lei,
in armonia col cader delle foglie,
il nero dello stagno,
il freddo di un'altra vita.

Cosa vedeva?
Un uomo su una panchina 
che sogna una poesia.
Autunno, quasi sera./ I corvi rincasavano/ macchie gracchianti.
"Riconoscimento" di Cees Nooteboom 



Eccolo! E' lui! (clicca QUI)

Penso a un riconoscimento diverso, non quello tra due anime affini raccontate nei versi del vecchio poeta viaggiatore Cees Nooteboom. 
Penso a quei poveri presunti killer, alla sfiga di stare nel momento sbagliato nel posto sbagliato e di avere anche la faccia sbagliata da far pensare a tutti che sia proprio quello che ha fatto fuoco sulla folla inerme.
Eccolo! E' lui! Lo riconosco!
Un riconoscimento sbagliato.
Ma come è possibile, ci dicono in coro sua moglie e i parenti tutti, se è così buono... Ma la frase non finisce neppure, la lacrima non si è asciugata, la bocca stupita non si è ancora chiusa che tutti i telegiornali, di tutto il mondo, tutti i social, compatti, mostrano la sua foto: eccoloèlui, lo riconosciamo.
Sfilano sugli schermi queste foto tessera di facce indurite (privazioni? fatica? lutti?), poveri identikit ex post. Emoticons lombrosiane del nostro stato d'animo.

A proposito del riconoscimento l'uno nell'altroaggiungo un'altra breve nota dolorosa. 
In una cooperativa coinvolta nelle inchieste dopo i fatti di Cona, si è scoperto che la manager locale, Sara Felpata, i migranti accolti nella struttura li definiva "macachi".
Trenta macachi, cibo per i macachi, dieci macachi...


(via sfortunato)


    

mercoledì 4 gennaio 2017

Bicicletta 200

Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito... Vidi un filare
               di neri cipressi.
Mi parve di fendere il pianto
d’un lungo corteo di dolore.
Un palpito... M’erano accanto
            le nozze e l’amore.
dlin... dlin...
Giovanni Pascoli "La bicicletta"


La bicicletta compie duecento anni (leggi QUI) e poco più di cento questa poesia che più pascoliana di così non è possibile.

Tra i buoni propositi del nuovo anno - è il "fanciullino" che è in me a parlare e non mi molla (giuro) non mi molla - tra le infantili preghierine, tra quei mezzi fioretti, quei micro voti che ognuno di noi sospira per fare il buono, inserisco quello di usarla.
Sono difatti proprietaria dell'unica bici pigra mai uscita dalla fabbrica che mi dormicchia sotto casa, e, con buona pace dei vicini, fa ormai parte dell'arredo all'entrata del condominio.
Ogni mattina la guardo, mi guarda. Ogni mattina mi tenta e io desisto. Le tasto le ruote che non siano sgonfie e controllo circospetta che sia sempre ben assicurata alla catena.
Vince sempre il motorino ma io la amo molto.
dlin... dlin...

(mezzi di trasporto)





martedì 3 gennaio 2017

Controdiscorsi/Cona

Il signor Jones, della Fattoria Padronale, serrò a chiave il pollaio per la notte, ma, ubriaco com'era, scordò di chiudere le finestrelle.
da "La fattoria degli animali" di George Orwell

Nel pollaio delle esternazioni, quello popolato dai Grillo e dai Salvini, la sera del 31 dicembre, sono echeggiati i contro-discorsi di fine d'anno (notizia QUI) fuoriuscendo dalle finestrelle dei social - in sincronica concorrenza con quello tradizionale del Capo dello Stato - con le loro contro-dichiarazioni sui migranti e sull'etica. 
Galleggiano ancora, questi contro-discorsi, galleggiano sui siti dei quotidiani tra le notizie e scivolano ogni giorno un po' più giù, nella melma, nella fanghiglia della rete del grande pollaio di internet. 
Cadono nel basso dello schermo, in quel deposito nascosto dove disordinatamente si accumulano, secondo dopo secondo, le gif con gli auguri, i video spiritosi e quelli tetri, quelli con gli animali mutilati, le malattie imbarazzanti e i bambini maltrattati.
"Orgoglio italiano!" scandivano i due contro-leader, "Orgoglio italiano!" 

Nei giorni passati, nel centro di accoglienza profughi di Cona nel veneziano, è morta una giovane ivoriana di venticinque anni. 
Oggi, è scoppiata la rivolta (clicca QUI)
Orgoglio italiano.


(nel tunnel italiano)














        

lunedì 2 gennaio 2017

Capodanno del mondo

Ogni angolo o vicolo ogni momento è buono
per il killer che muove alla mia volta
notte e giorno da anni.
Sparami sparami - gli dico -
offrendomi alla mira
di fronte di fianco di spalle -
facciamola finita fammi fuori.
E nel dirlo mi avvedo
che a me solo sto parlando.
da "Paura prima" di Vittorio Sereni, Einaudi




31 dicembre. E noi lì, eroi piccoli di questo ventunesimo secolo, con il fumo di stelline e sigarette che ci impuzza la casa, i piatti da mettere in lavastoviglie, il cappellino di carta argentata ancora in testa. 
E mentre fuori un altro anno passava, la finestra della tv si è spalancata facendo entrare tutto il freddo grigio del mondo.
E nel dirlo mi avvedo che a me solo sto parlando.




(Qualcosa di rosso)



venerdì 30 dicembre 2016

Buon Anno e auguri

Cielo d'autunno
quaggiù
San To Ka è felice con te
(Santōka 1882-1940)

Oggi è un bel giorno! Abbiamo di che festeggiare perché Asli Erdogan è stata liberata (clicca QUI)!
Buona fine e buon inizio, no? Si dice così. 


(- metti in sottofondo (cliccando QUI) - Boum fa il cuore, boum fa il mondo. Tutto palpita, risuona, vive. Amo quel lieve struggimento nella voce di Trenet, micro sorpresa al momento del cambio di tonalità, quello dopo la prima strofa allegra con la filastrocca infantile della campana, del tacchino e degli uccellini)


E la chiusura del mio 2016 non potevo che affidarla a un haiku di Santōka, il luminoso monaco zen, ma povero e rattoppato, che mi ha riempito di sorprese (tre anni di questo blog e la pubblicazione di "Haiku e sakè" accolti con un'attenzione e una cura che non immaginavo, anche dalla critica) e posso dirmi solo felice.
Felice con chi mi segue.

Ci avviamo così verso Capodanno, rito liberatorio vecchio come il cucco, medicina utile per svoltare per qualche ora dalle grane e concentrarci solo sui desideri. Il giorno degli auguri, dei buoni propositi. I cin cin dopo le lenticchie, il cappotto da infilare di nuovo per uscire in terrazza o giù in strada per vedere i fuochi, in cielo. In alto. 
Qui giù, vanno e vengono ordinanze sui botti (boum!), i cotechini sono da cucinare, le vetrine sbrilluccicano di mutande rosse. Hai telefonato a nonna? 
L'odore di notte e di miccette, il vicino di casa un po' brillo, quella del piano di sotto che rompe, la musica a palla, due che si baciano come per sempre.

Il 2016 mi ha portato rogne e cose belle, come a tutti. Le rogne le lascio da parte mentre il viaggio con Santōka con il libro che ne racconta le tappe tra le mie cose, iniziato proprio da qui e che ancora continua, è al primo posto della mia classifica. In Italia non lo conosceva nessuno, oggi viene citato nei commenti sui social, troppo bello, ne vado orgogliosissima.
Tra i propositi? Il prossimo anno attingerò a spunti letterari non solo tratti dalla cultura giaponese. Insomma, manterrò lo "schema" dell'haiku partendo da un haiku o da altre suggestioni letterarie, riflessione sulla notizia e foto. Vediamo se ce la faccio...
gli auguri? Tutti per voi, che mi seguite affettuosissimi e scaldate, ogni giorno di più, queste mie pagine con commenti, foto e faccette, e che allargate lo spazio di una zona felice della rete, popolandolo e arricchendolo.
"La poesia nelle cose di tutti i giorni è possibile!" si è sgolato Santōka da sotto il casco mentre a sorpresa si apriva un varco tra le macchine e con il nostro motorino noi ci sgusciavamo dentro, fendendo il traffico. 
Io provo a seguirlo.

Auguri!!!


(Haiku e champagne!)