venerdì 30 dicembre 2016

Buon Anno e auguri

Cielo d'autunno
quaggiù
San To Ka è felice con te
(Santōka 1882-1940)

Oggi è un bel giorno! Abbiamo di che festeggiare perché Asli Erdogan è stata liberata (clicca QUI)!
Buona fine e buon inizio, no? Si dice così. 


(- metti in sottofondo (cliccando QUI) - Boum fa il cuore, boum fa il mondo. Tutto palpita, risuona, vive. Amo quel lieve struggimento nella voce di Trenet, micro sorpresa al momento del cambio di tonalità, quello dopo la prima strofa allegra con la filastrocca infantile della campana, del tacchino e degli uccellini)


E la chiusura del mio 2016 non potevo che affidarla a un haiku di Santōka, il luminoso monaco zen, ma povero e rattoppato, che mi ha riempito di sorprese (tre anni di questo blog e la pubblicazione di "Haiku e sakè" accolti con un'attenzione e una cura che non immaginavo, anche dalla critica) e posso dirmi solo felice.
Felice con chi mi segue.

Ci avviamo così verso Capodanno, rito liberatorio vecchio come il cucco, medicina utile per svoltare per qualche ora dalle grane e concentrarci solo sui desideri. Il giorno degli auguri, dei buoni propositi. I cin cin dopo le lenticchie, il cappotto da infilare di nuovo per uscire in terrazza o giù in strada per vedere i fuochi, in cielo. In alto. 
Qui giù, vanno e vengono ordinanze sui botti (boum!), i cotechini sono da cucinare, le vetrine sbrilluccicano di mutande rosse. Hai telefonato a nonna? 
L'odore di notte e di miccette, il vicino di casa un po' brillo, quella del piano di sotto che rompe, la musica a palla, due che si baciano come per sempre.

Il 2016 mi ha portato rogne e cose belle, come a tutti. Le rogne le lascio da parte mentre il viaggio con Santōka con il libro che ne racconta le tappe tra le mie cose, iniziato proprio da qui e che ancora continua, è al primo posto della mia classifica. In Italia non lo conosceva nessuno, oggi viene citato nei commenti sui social, troppo bello, ne vado orgogliosissima.
Tra i propositi? Il prossimo anno attingerò a spunti letterari non solo tratti dalla cultura giaponese. Insomma, manterrò lo "schema" dell'haiku partendo da un haiku o da altre suggestioni letterarie, riflessione sulla notizia e foto. Vediamo se ce la faccio...
gli auguri? Tutti per voi, che mi seguite affettuosissimi e scaldate, ogni giorno di più, queste mie pagine con commenti, foto e faccette, e che allargate lo spazio di una zona felice della rete, popolandolo e arricchendolo.
"La poesia nelle cose di tutti i giorni è possibile!" si è sgolato Santōka da sotto il casco mentre a sorpresa si apriva un varco tra le macchine e con il nostro motorino noi ci sgusciavamo dentro, fendendo il traffico. 
Io provo a seguirlo.

Auguri!!!


(Haiku e champagne!)




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