venerdì 9 aprile 2021

Tre geni in una stanza, come oggi

Fa’ la brava, o mia Pena, e sta’ più tranquilla.

Tu invocavi la Sera; essa scende; eccola:

Un’atmosfera oscura avvolge la città,

Agli uni portando pace, agli altri affanno.

 

Mentre dei mortali la moltitudine vile,

Sotto la sferza del Piacere, questo boia senza pietà,

Va a cogliere rimorsi nella festa servile,

Mia Pena, dammi la mano; vieni qui,

 

Lontano da loro. Guarda affacciarsi i defunti Anni,

Dai balconi del cielo, in vesti antiquate;

Sorgere dal fondo delle acque il Rimpianto sorridente;

 

Il Sole moribondo addormentarsi sotto un’arcata,

E, come un lungo sudario trascinato verso Oriente,

Ascolta, mia cara, ascolta la dolce Notte che cammina.

(“Raccoglimento” di Charles Baudelaire, trd. Valerio Magrelli)


Duecento anni fa come oggi, nasceva Charles Baudelaire. L'ultima fotografia risale al 1862, gli fu scattata da Nadar. Il negativo è andato distrutto ma la stampa è conservata al Museo d’Orsay. Rappresenta un ritratto enigmatico, il poeta è in poltrona, ha lo sguardo perso. Fuori inquadratura c’era Manet, il grande pittore, intento nel dipingere l’autore dei Fiori del Male. Nadar, ritrattista della bohême parigina, fotografa Baudelaire e Manet lavora di matita. Tre geni in una stanza, nell’eternità dell’arte. 


Per ascoltare i miei Gettoni di Poesia su Charles Baudelaire clicca QUI.


1 commento:

  1. Nello Spleen di Parigi Baudelaire incita ad ubriacarsi per sopportare il peso del tempo, il dolore della vita...non necessariamente col vino, ma anche con la poesia , o addirittura con la virtù. Io scelgo la poesia, sollievo e balsamo alle spine che pungono la vita

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