Nata
a Parigi travagliata nell’epopea della nostra generazione fallace. Giaciuta in
America fra i ricchi campi dei possidenti e dello Stato statale. Vissuta in
Italia paese barbaro. Scappata dall’Inghilterra paese di sofisticati.
Speranzosa nell’Ovest ove niente per ora cresce.
Sono versi che traggo dalla raccolta di
Amelia Rosselli intitolata Variazioni Belliche. Forniscono al lettore una
specie di carta d’identità, ma la storia dell’autrice è difficile da contenere nelle
caselle delle date. E’ una biografia fluida, con variazioni improvvise e
lancinanti.Amelia era figlia di
Carlo Rosselli, figura di antifascista tra le più significative del nostro
novecento, e di Marion Catherine Cave, l’attivista inglese che Carlo conobbe e
di cui si innamorò a Firenze.
Nacque il 28 marzo
1930 a Parigi, città dove la famiglia si era rifugiata. Nel novembre dell’anno
precedente, nel 1929, Carlo Rosselli, con Emilio Lussu e altri fuoriusciti, aveva
fondato «Giustizia e Libertà», movimento rivoluzionario libertario e
democratico che riuniva coloro che volevano combattere il regime fascista in
nome di una società libera e civile.
Il 9 giugno 1937 Carlo con il
fratello Nello furono uccisi in un agguato; con un pretesto vennero fatti
scendere dall'automobile e colpiti da raffiche di pistola: Carlo morì sul colpo
e Nello venne finito con un'arma da taglio. I loro corpi furono ritrovati due
giorni dopo. Da quel momento Amelia inizia una serie di trasferimenti. Prima sarà
in Svizzera, poi per due anni in Inghilterra, il paese materno, e per sei anni
negli Stati Uniti d’America, sempre con madre e fratello. E’ una bella ragazza
dallo sguardo triste che ama la letteratura, la filosofia e la musica, che terminerà
gli studi in Inghilterra poiché in Italia, dove era tornata nel giugno del 1946,
non le vengono riconosciuti. Francese, italiano, inglese sono le sue tre lingue
che confluiscono nella sua voce. Ascoltiamo i versi che citavo di Variazioni
Belliche del 1959, e ascoltiamoli recitati da lei. Si tratta di materiale che
traggo dall’archivio di Radio Rai. E’ il 1993, registrato qualche anno prima di
morire suicida in una sera d’inverno, a Roma, l’11 febbraio 1996. La sua erre
francese, il ritmo della lettura dalla cadenza inglese, vengono fusi
nell’italiano dei versi.
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