venerdì 19 aprile 2019

Buona Pasqua


Nel primo impeto delle festività pasquali
le cerimonie durante la Settimana Santa
erano il culmine della nostra fase Figli e amanti.
Il fuoco di mezzanotte. Il candelabro pasquale.
Gomito a gomito, contenti di essere in ginocchio
uno accanto all'altra là davanti nelle prime file
della chiesa piena, seguivamo il testo
e le letture per la benedizione del fonte.
Come anela una cerva ai ruscelli, così l'anima mia.
Abluzioni. Asciugature. L'alito sull'acqua.
L'acqua mescolata al crisma e all'olio.
Tintinno di ampolla. Cerimonia dell'incenso
e il grido del salmista ripreso con orgoglio:
Di giorno e di notte mi è stato pane il mio pianto. 
(da La lanterna di biancospino di Seamus Heaney)

Esercizio spirituale: sto leggendo tutto Heaney. Non per lavoro, non per diletto, piuttosto per una forza magnetica che mi riporta dentro a quei versi e non c'entra con i miei poeti da raccontare alla radio, non c'entra con quello che sto facendo eppure viaggia con me. Le storie, i genitori, lui ragazzo, la stalla, la mora matura, il carbonaio sono personaggi del mio panorama, sono i miei "esercizi". 
Tintinno di ampolla. Pane il mio pianto. 
E resto lì, tra quei banchi, vicino a lui bambino, a sua madre. Ci sono anche i miei nonni, mio padre che aspetta fuori. A pranzo c'è l'uovo di cioccolato infiocchettato al mio posto, da rompere dopo mangiato. Non prima però, Susanna.


(cerimonia pasquale)


  

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