giovedì 7 marzo 2019

"Leggittima" difesa


Hanno sparato a mezzanotte, ho udito
il ragazzo cadere sulla neve
e la neve colpirlo senza un nome.

Guardare i morti alla città rimane
e illividire sotto il cielo. All’alba,
con la neve cadente dai frontoni
dai fili neri, sempre più rovina
accasciata di schianto sulla madre
che carponi s’abbevera a quegli occhi
ghiacci del figlio, a quei capelli sciolti
nei fiumi azzurri della primavera
("Hanno sparato a mezzanotte" di Alfonso Gatto)


La mia legittima difesa sarà "leggittima" con due g, nel senso di leggere, di lettura, di libri. Leggittima. La mia difesa dai cattivi continuerà attraverso, ad esempio,  un romanzo tenuto in mano, faccio il vuoto intorno, giuro, temuta come un super eroe o una zombie repellente. In una qualsiasi sala d'aspetto, in banca o in fila alla posta, a me non si avvicina nessuno. E la mia libreria che si intravede dalla finestra, allora? Funziona da anni da antifurto, ottimamente, chi mai scassinerebbe una casa coi libri dentro? Che mai può esserci di  buono da rubare nelle case di noi lettori, poveri freaks sopravvissuti che preferiamo la complessità alla pancia, un libro a un tweet. Che preferiamo morire in nome di tutto questo?


(Armi improprie)



2 commenti:

  1. Ripenso al film di Isabel Coixet "La casa dei libri"
    Ci sono scene che amo perché mi fanno stare bene "L'incontro e l'amicizia tra Florence e la piccola Christine "
    Grazie Susanna

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  2. Allora racconto un aneddoto: quando facevo il militare, sono stato uno degli ultimi a farlo, avevo piccoli libri (perfetti i Millelire di Stampa alternativa) nascosti in tutte le molte - altrimenti inutili - tasche della mimetica. Una fila a mensa, una pausa tra due adunate o alla fine di una marcia: ogni occasione era buona per estrarre un volumetto e mettersi a leggere. I commilitoni, lungi dal farne un motivo di scherno, apprezzavano molto questa mia capacità, sconosciuta agli altri. Qualcuno suggeriva che nelle tasche avessi dei sistemi a molla, per la pronta estrazione dei libretti.
    Deve essere stato allora, durante il servizio militare, che ho imparato ad usare le armi "leggittime".

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