Potrebbero sentire la mia mano;
le mosche del villaggio
fuggono via
(Santōka 1882-1940)
Dice il saggio Santōka, fuggono via. Ma non lei.
Dopo l'ennesimo schiaffo che mi sono data sul braccio e lui sulla testa - sembriamo quelli dei Brutos - abbiamo deciso che non avremmo più tentato di farla fuori ma eletta cucciolo di casa. Così, il giorno di san valentino ci siamo regalati una mosca, ultima esponente dell'estate passata o messaggera della prossima, maschio o femmina che sia, non importa. Di certo è che è un po' rimba, se ne svolazza ubriaca tra studio e cucina ma pare felice. La osservo. E' un'epicurea minuscola, con una vena tragica, nei suoi mille occhi mille lampi di saggezza e se zigzaga sul tavolo puntando una briciola, Moscavecchia diventa anche un passatempo per chi sa godere della sua compagnia. Un pet che necessita di poco, non bisogna scendere giù quando piove per i bisognini o legarla se viene qualcuno. Neanche fotografarla in tutte le pose, tipo mentre dorme o con un fiocchino colorato in testa - che fatica appuntarglielo - sui social rimedierebbe due o tre mi piace al massimo. Moscavecchia è per pochi.
(formicaio) |
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