martedì 5 febbraio 2019

Buche


II
Quanto mai verde dorme
sotto questo verde
e quanto nihil sotto
questo ricchissimo nihil?
Ti sottrai, ahi, ai nomi
pur avendo forse un nome
e pur sapendone qualcosa?
Ma chissà quanta pioggia
dorme sotto questa debolissima
 sovraconfidente pioggia
chissà quanto lustro
del grigiore, quanto
invito a scivolìo del verde
fanno altro caso altro genere
consumano le ultime
lanugini degli occhi e
 degli orecchini e
«Stenti ma inorecchiti...»
«Qui approvai la più rapita carta»
«Prova su prova
-verde
rischi fittissimi pioggia»
«Qui dove pensai di pensare
e di afferrare e sbilanciare
come da un’altezza nuova»
(Non si sa quanto verde... , da Meteo di Andrea Zanzotto)

E sotto queste buche, dentro, nell'asfalto romano, cosa c'è? 
Me lo chiedo ogni volta, sia quando le schivo sia quando non riesco a evitarle finendoci dentro, ora una ruota ora un cerchione. Tu-tump e riemergo, l'adrenalina addosso. Mastico un'imprecazione a tutti, l'automobilista mi evita per un pelo, i suoi fari che dicono ti è andata bene.

«Qui dove pensai di pensare
e di afferrare e sbilanciare
come Da un’altezza nuova»

Speleologa mio malgrado, olimpionica sopravvissuta, cavallerizza senza coraggio. 
Sogno un manto stradale liscio, privo di rattoppi o frantumi, senza screpolature e senza ulcerazioni e ne intravedo un'altra. Questa volta è di quelle lunghe lunghe, bordo strada, del tipo mimetiche, quanto invito a scivolìo del verde. Con la pioggia le più infide.


(Mazzetta)






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