giovedì 8 novembre 2018

Una telefonata


Rumore d'onde
che vanno e vengono
così lontano da casa
(Santōka 1882-1940)

Prima Pagina sta andando in onda ed io sono in ascolto, come tutte le mattine, mentre faccio colazione. Ora ha iniziato a parlare un ascoltatore, Fulvio di Trieste, lo devo dire, lo devo dire a tutti, almeno uno, avrà pensato, almeno uno capirà, e lo immagino mentre in un lampo decide di dirla questa cosa importante che da giorni sobbolle in lui, lo vedo digitare il numero verde con attenzione, pulsando ogni tasto a fondo per paura di sbagliare e di dover ricominciare, il tempo è così poco e ancora meno sarà quello in onda quando toccherà a lui. Prego  signor Fulvio, è il suo turno, ecco, sono Fulvio di Trieste, volevo solo dire, si capisce? la linea è disturbata, ora va meglio, prego, sì son Fulvio di Trieste e volevo dire che una bambina di nove anni, un'alunna di mia moglie, in classe ha raccontato che è arrivata qui, qui a Trieste, da Mosul dove era nata, è arrivata a piedi e che la sua sorellina più piccola era in braccio al padre e che la mamma camminava accanto a loro tre ma era sotto shock per i bombardamenti, ecco volevo dire solo questo, che questa è gente che arriva scappando da tragedie e noi che facciamo? Mettiamo pseudo paletti, complichiamo loro l'esistenza invece di accoglierli, ecco, tutto qui.
Grazie Fulvio, buona giornata.



(comunità)



1 commento:

  1. E il nostro alunno Habib che è arrivato dall'Afghanistan sotto shock, non si sa cosa abbia visto,subito,vissuto, ancora quasi non parla, sta chino e raggomitolato con il cappuccio tirato su,fa fatica ad accettare i dolcetti che offriamo a meta' lezione, lo abbraccerei forte ogni volta. Ancora non riesco a guardarlo negli occhi, quando li alzerà ho paura che piangero' ....

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