giovedì 22 novembre 2018

La poesia salverà il mondo


Il mondo sottomarino,
Foreste al fondo del mare, i rami, le foglie,
Ulivi, ampi licheni, strani fiori e sementi,
folte macchie, radure, prati rosa,
Variegati colori, pallido grigio verde,
porpora, bianco e oro, la luce vi scherza
fendendo le acque
Esseri muti nuotan laggiù tra le rocce,
il corallo, il glutine, l’erba, i giunchi,
e l’alimento dei nuotatori
Esseri torpidi brucan fluttuando laggiù,
o arrancano lenti sul fondo,
Il capodoglio affiora a emetter lo sbuffo
d’aria e vapore, o scherza con la
sua coda,
Lo squalo dall’occhio di piombo,
il tricheco, la testuggine, il peloso
leopardo marino, la razza,
E passioni, guerre, inseguimenti, tribù,
affondare lo sguardo in quei fondi
marini, respirando quell’aria così
densa che tanti respirano,
Il cambiamento, volgendo lo sguardo qui
o all’aria sottile respirata da esseri che
al pari di noi su questa sfera
camminano,
Il cambiamento più oltre, dal nostro
mondo passando a quello di esseri
che in altre sfere camminano.
("La poesia salverà il mondo" di Walt Whitman)


Walt Whitman, il poeta amato da David Hockney. Un dipinto del pittore inglese dallo sguardo americano qualche giorno fa è stato acquistato, non da me, per novanta milioni di dollari.
Folte macchie, radure, prati rosa,
Variegati colori, pallido grigio verde,
porpora, bianco e oro, la luce vi scherza
fendendo le acque
Esseri muti nuotan laggiù tra le rocce 
Se fossi ricca, ma tanto tanto ricca l'avrei fatto, me lo sarei comprato un quadro di Hockney. Anzi me lo compro lo stesso, nonostante non possa permettermelo, tanto si può fare e dire tutto, nonostante la bocciatura europea (QUI) e i conti che non tornano.
Uno di quelli con la piscina, i riflessi sull'acqua turchese che saettano sul rosa delle figure. La luce definitiva, post atomica, nel mio quadro non gli importa più niente a nessuno, il trampolino disegna un'ombra netta sul bordo della vasca, le tessere delle mattonelle sono ocra. Il tuffo già fatto, il sesso consumato, il drink già bevuto, il vetro della finestra della villa fuxia è stato ben lucidato. So che all'interno c'è il tavolo, arancione, con sopra una fruttiera di banane e limoni gialli e un peperone rosso. Siamo seduti, i padroni di casa ed io, noi tre. Immobili. In secondo piano, due palme tra una verzura senza vento arredano il parco.
Il "mio" Hockney è un pensiero che placa, è la personale anestesia al dolore del mondo.


(Quasi California)


1 commento:

  1. "Intono l'inno dell'espansione e dell'orgoglio
    Io voglio mostrare che l'essere grandi o piccoli è solo una questione di sviluppo.
    Sono il poeta del Corpo e dell'anima
    Sono il poeta della donna come dell'uomo."
    Da canto me stesso _ W.Whitman

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