venerdì 26 ottobre 2018

La mia festa del cinema


"Non possiamo ricominciare ancora.
Soltanto possiamo ancora finire".
"Ma non abbiamo mai finito".
"Oh sì, non crederlo.
Abbiamo finito molte e molte volte.
Non una volta sola.
E ora possiamo finire di nuovo.
E ancora e ancora.
Senza un nuovo inizio"
(da "Cairn" di Enrico Testa)

Come una sceneggiatura questi versi d'amore, come il dialogo di un film di cui abbiamo perso l'inizio.
In questi giorni di trasmissioni dalla Festa del Cinema di Roma, ho scoperto l'opera di Maurice Pialat, la cui retrospettiva vado inseguendo di sala in sala trepidante e turbata, per quanto il suo lavoro mi colpisce. Ma non è di questo mio turbamento che volevo parlarvi, non di Pialat, che bisognerebbe recuperare e non basto certo io a parlarne, ma di quei momenti sospesi prima della proiezione di qualsiasi film, quelle sigle animate che compongono il logo di produzione, quelle con la musica sincopata, o rarefatta, in primo piano. Pochi secondi. I marchi machi di Titanus, Lux, 20Century Fox, le note jazz anni settanta di Cineriz, il Giappone di Mikado. Paramount con il monte innevato, Columbia con peplo e torcia di luce. Leoni, palloncini, un abat jour che saltella, una falce di luna sul lago che scintilla. E quante stelle in quei secondi, una pioggia di stelle stilizzate al computer o disegnate non importa, lampeggiano tra i marchi, saettano i loro raggi di luce sul logo, il tondo della Gaumont, i Media Associati, i Warner, i Dreamworks.
È l'attesa per qualcosa di meraviglioso che si chiama cinema, tutti insieme nella stessa sala, in quella stessa ora, seduti su poltrone di velluto ad aspettare.


(Come un fotogramma)







2 commenti:

  1. Lo spazio_tempo si annulla, l'impossibile diventa possibile.
    Il cinema è relazione !

    Annuziata

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  2. Il cinema della mia infanzia , il film "Il buio oltre la siepe" avevo 12 anni , amai e amo Atticus il padre che volevo avere , ancora di più oggi .Duval la prima prova d'attore ,senza dire una parola , mi ha rapito ed è esplosa tutta l'umanità che sentivo dentro

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