venerdì 16 marzo 2018

1968-1978



A che pagina della storia, a che limite della sofferenza-
mi chiedo bruscamente, mi chiedo
di quel suo "ancora un poco
e di nuovo mi vedrete" detto mite, detto terribilmente

e lui forse è là, fermo nel nocciolo dei tempi,
là nel suo esercito di poveri
acquartierato nel protervo campo
in variabili uniformi: uno e incalcolabile
come il numero delle cellule. Delle cellule e delle rondini.
(Da "Al fuoco della controversia" di Mario Luzi)


 
Il sessantotto appare oggi come una nebulosa in movimento, molto colorata e soprattutto senza una data precisa che la celebri sul calendario. Al contrario, tutto quel periodo ebbe un epilogo certo: finì oggi. 
Per ricordare il giorno del rapimento Moro, scelgo una poesia di Mario Luzi pubblicata nel 1978, il cui tono sospeso e ieratico, vagamente funebre, mi sembra quello più appropriato. Leggo alcune delle lettere di Moro all'amata moglie Noretta prima di morire, piene di sobrietà, preoccupazione, pudore. Nei giornali, nella mia stessa trasmissione si tenta ancora una volta un'analisi. In tv sfilano a loop le testimonianze dei terroristi - le loro strategie sotto forma di intervista a rielaborare il lutto di una nazione intera -, le ricostruzioni, le tessere mancanti, i vecchi filmati con i vecchi cronisti. L'affanno di Paolo Frajese, la compostezza dei mezzi busti incrinata dagli eventi. Le facce oscure dello stesso partito, Cossiga col K,  Andreotti. E poi Zaccagnini, e La Pira invocato nelle ultime preghiere di Moro. 
Se potessi allargare queste inquadrature apparirebbero le strade deserte, le prime auto blindo, le scorte, le armi sotto i letti, i tossici di eroina che si fanno stringendosi il braccio con l'elastico. Apparirebbero i miei, più giovani di me oggi, mio padre forte, un gigante con il golf beige, che si accalora a pranzo e mio nonno che se la prende, mia madre col suo bel sorriso, il caffè che si raffredda nelle tazzine col bordo dorato. 
Sotto il tavolo ci sono io che gioco tra le loro gambe e mi sento protetta.   

e lui forse è là, fermo nel nocciolo dei tempi,
là nel suo esercito di poveri
acquartierato nel protervo campo
in variabili uniformi


(anni '70)



1 commento:

  1. "Nessuno e' chiamato a scegliere tra l'essere in Europa e essere
    nel Mediterraneo , poiche' l'Europa intera e' nel Mediterraneo.
    Aldo Moro

    "Quando si dice la verita' non bisogna dolersi di averla detta .
    la verita' e' sempre illuminante .Ci aiuta a essere coraggiosi "
    Aldo Moro
    Annunziata
    bellissima la poesia di Mario Luzi!
    Grazie Susanna

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