lunedì 15 maggio 2017

A Giulia piasce Braian


Quando in un punto del suo giro
un tram che viaggia in senso orario
sfiora per un istante uno di quelli
che viaggia in senso antiorario
anche noi passeggeri
dalle opposte direzioni
capita qualche volta di sfiorarci
con brevi occhiate da cui sbucano
malinconia e stanchezza
e un'ombra, solo un'ombra di pietà
simili a quelle che si scambiano
chi entra al Pini o in Via Pace e chi ne esce
per pratiche attinenti
alla propria o all'altrui sopravvivenza
(Giovanni Raboni)



"A Giulia piasce Braian" sussurra la ragazzetta magra che ho davanti, capelli tirati in una coda storta in testa e zainetto tra le gambe che sembra ancorarla un po' meglio. Un altro scossone del tram e mi precipita per terra, penso.
Il ragazzo accanto a lei sghignazza, i suoi occhi si stringono ancora un poco di più, occhi che vengono da lontano, scommetto tra me e me, forse dalla Thailandia, chissà, e ancora tradiscono la dolcezza romantica di un eroe salgariano  ma con le All Stars bianche ai piedi.
"Je piasce Braian?" e ride, strizzando ancora di più le palpebre e, sempre ridendo passa parola a quello più serio del gruppetto: "A Giulia piasce Braian". L'altro è seduto, impegnatissimo dentro un telefonino, forse comprato dai suoi per Natale, penso. Un super modello smart, un bel po' di sacrifici, penso, per un'offerta imperdibile compresa nel contratto col gestore, sottoscritta  in Italia, un paese diverso, e pagata ristrutturando i muri di case ricche - 'na fatica! - però così mandiamo anche le foto ai nonni che stanno in Romania. Alza finalmente gli occhi azzurri dallo schermo, capelli biondi rasati ai lati e ciuffo verticale.  
Gli altri due continuano a parlare fitto fitto caracollando ad ogni frenata in sincronia perfetta, lei, pelle cappuccino, tira per le tasche il giubbotto di lui - Braian! - scritto così alla romana, mi dispiace e non correggetemi perché non importa come si scrive in questa storia da tram, dove non succede nulla, ci si sfiora e basta. Eccolo, lui è Braian. Altissimo, il più alto filippino del mondo, penso.
Il mio micro ONU viaggiante ha anche il suo inno contro il razzismo, penso, e fa: 
"A Giulia piasce Braian - A Giulia piasce Braian - A Giulia piasce Braian - A Giulia piasce Braian"

E quando scendo, le pratiche attinenti alla propria o all'altrui sopravvivenza mi sembrano tutte più facili.

(in giro)





   

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