lunedì 25 luglio 2016

Giulio Regeni

Scrivo sulla sabbia
"Figlio senza pari".
Mio figlio scrive solo, più grande, "mare"
(Ogiwara Seisensui 1884-1976) 


Il 25 gennaio 2016, sei mesi fa, spariva Giulio Regeni. Sei mesi fa veniva torturato e ucciso.
Proprio ieri pomeriggio, di fronte uno dei più bei parchi verdi di Roma, Villa Ada, leggevo il suo nome sul foglio A4 sovrapposto alla targa che indica il nome della piazza antistante, ribattezzata ad uso esclusivo di coloro che notano l'avviso, "piazza Giulio Regeni". 
Ringrazio quell'anonimo militante di una società civile che, in nome della verità, ha avuto la cura di scrivere, stampare e attaccare con lo scotch quel foglio. Monito sobrio e insistente per chi passa da lì, a ricordare: Giulio Regeni.
Il pensiero torna così a lui, al suo viso, ai suoi genitori. Li ricordo presenti in video durante una recente festa di Radio3, la civile compostezza, le parole ferme. I loro sguardi che cercano in nostri, la commozione che ci ammutoliva. 
Il pensiero torna al reato di tortura, all'iter complicato per una legge così urgente, Bolzaneto. A forze dell'ordine fasciste che si considerano al di sopra delle leggi.
"Figlio senza pari".


(Rito civile)


Nessun commento:

Posta un commento