Di qualsiasi cosa ci diano
doppia porzione!
(Issa 1763-1827)
Non sono una sportiva, anzi, tendo al pigro. Mi rompo. Sono d'impeto, mi dicono, l'impegno costante proprio dello sportivo... non fa per me.
Sarei una centometrista se solo corressi. Ma non corro.
Della prima e ultima corsa campestre fatta da bambina ricordo le ali di folla, il "bra-va bra-va" alla partenza, lo stacco immediato su tutti gli altri, il cuore che poi mi scoppiava e che mi impedì di salire i tre gradini del campetto prima di metà giro. Il resto del piccolo circuito, numero sulla schiena, l'ho fatto camminando e fermandomi alla fontanella.
All'arrivo, quasi più nessuno. In effetti, sembravo ancora prima.
La nuova casa ha portato novità anche sulla mia attività fisica: una bici. Abito molto vicino alla pista ciclabile, quella che corre vicino al Tevere, in una zona molto pianeggiante e assai poco distante dal luogo dove lavoro. Non ho scuse.
Qualche giorno fa lessi la notizia che in Italia rubano una bicicletta ogni novanta secondi, sette haiku letti ad alta voce uno dopo l'altro, e ne sparisce una (leggi QUI) , oggi leggo che la bici è sempre più di moda in città, che nella top ten delle città su due ruote Bolzano è in testa su Pesaro, Ferrara e Treviso e che a Bologna arrivando in bici al cinema si ha diritto a uno sconto (QUI).
E così, stamattina, per fregare il ladro e far salire Roma nella classifica, ci sono salita su anche se stanca, anche se avevo nella testa pensieri mogi e negli occhi immagini tristi.
Il vento fresco.
E se il sobrio Issa qui fa la parte del crapulone vitalistico, io posso anche cimentarmi in una gara sportiva. Tanto l'avversario sono io, ho solo me stessa da battere, non mi ci vorrà mica tanto...
(Oslo pit-stop) |
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