martedì 4 ottobre 2016

#inviaggioconSantōka

Nessuna nuvola
in vista -
Tolgo il cappello
(Santōka 1882-1940)

Andare in giro con Santōka, vi assicuro, è il migliore dei mondi possibili. Il suo procedere disordinato, a singhiozzo direi, se non temessi il rischio di offenderlo vista la passione per il saké, unito al mio, sghembo e così poco zen, mi offrono pezzi di realtà che avevo lì davanti e che ora guardo in un altro modo. 
Ad esempio, essere "ospite" di una libreria e non "cliente", vezzeggiata e accolta con grande calore dal pubblico arrivato lì, per me. Fare due chiacchiere con una coppia di ascoltatori storici di Radio3, perdendo un po' di tempo insieme. Conoscere un libraio, esperto di meccanismi economici ma che si ostina a volerli fare girare al contrario e si concede una vita più serena e una bella libreria a Pinerolo, il cui nome deriva dai pini che la cingevano, insieme alle mura che lui mi fa immaginare quando ci passeggiamo dentro e me ne parla. Scoprire un giardino, la sua esile proprietaria dai tanti cognomi e dai tanti anni, custode-fuscello di un ginko incredibilmente possente. Cenare, con frugalità, ovvio, in un convento di clausura.
E sempre con Santoka, raggiungere il giorno dopo Torino, con lo strano status di "relatore al festival", salutare vecchi amici scrittori senza doverli intervistare o intercettare per una scaletta, scoprirne lati che non conoscevo se visti da qua. Saggiare complicità e diffidenza allo stesso buffet
Scrivere dediche, ricevere sorrisi, tenere a bada la voce che trema, acchiappare la parola giusta, cercare di sorridere che quando penso sembro un gufo triste e mi viene pure una ruga in mezzo alla fronte, di quelle verticali. La cipria l'ho poi comprata, l'effetto lucido non lo rischio, e Santoka si rivela fichissimo, ogni volta che ne parlo.
E mi viene da sorridere, nessuna nuvola in vista.
(via del Pino)





(#inviaggioconSantoka)

(Giappone piemontese)



   


     (Ripassino. Tra Fabiola Palmeri e Antonietta  Pastore)

(#unpof controluce a Torino Spiritualità)

lunedì 3 ottobre 2016

3 ottobre

Sopravvissuto,
sopravvissuto a tutti
Oh quanto freddo!
(Issa 1763-1828)

Quanto sarebbe bello un tasto rewind per andare indietro con le vite delle persone! Poterci cliccare su e seguire passo passo, a ritroso, chi ho davanti.
E, cliccando cliccando, vedere da dove vieni, perché sei scappato, dove ti trovavi, chi erano i tuoi familiari, i tuoi amici, il tuo paese, la tua terra. E vedere cosa ti hanno fatto per farti arrivare in un posto sconosciuto, per farti salire su un barcone, per obbligarti a lasciare l'abbraccio dei tuoi e per farti dimenticare sapori, odori, abitudini. 
Vedere come ci sei arrivato dentro quella tuta da benzinaio che ti sta larga, dentro quelle scarpe che consumi sui nostri marciapiedi per vendere degli affaretti inutili. Sopravvissuto a tutti, che cosa mai hanno sopportato le tue pupille che cercano le nostre ora con aria supplicante o torva, rassegnata o spersa!
E che cosa amavano guardare per sognare.


(Africa a sorpresa)


venerdì 30 settembre 2016

Voli

Vola una farfalla
sono anch'io
come polvere
(Issa 1763-1828)


Sul suo diario, Santōka appunta qualcosa sull'importanza dei rapporti umani nati dai libri. Solo poche righe in cui afferma che il miglior legame tra le persone deriva dalla letteratura condivisa, da letture e autori, su come sia piacevole questo tipo di scambio. Aggiungo, a nota a margine, come sia anche rassicurante. 

Dall'haiku di Issa sulla farfalla, grazie allo scrittore Sergio Garufi (QUI il suo blog), amico anche lui conosciuto attraverso i libri, sono arrivata a un poeta persiano da me, fino a oggi, ignorato, Hafez. 
Il volo e la polvere di Issa già risuonavano nell'Iran di settecento anni fa con queste parole nella forma poetica, succinta e oracolare, che si chiama ghazal:

"Volo
la mia polvere sarà
quello che sono"

Nei secoli, volo e caducità, polvere e impalpabilità sfioreranno le cavolaie di Guido Gozzano, le ali de "La piccola farfalla" di William Blake, arriveranno dal Giappone di Issa Kobayashi fin sotto la lente di Nabokov e agli occhi di Borges che cita questi versi di Hafez come raccontava Garufi durante una cena tra amici e libri, in un gioco di specchi e di rimandi infinito nel tempo.


(riflessione dedicata)





giovedì 29 settembre 2016

Compleanni

Mentre mi lavo il viso
nel catino si erge
l'ombra dell'autunno
(Sōseki 1867-1916)


Oggi Berlusconi compie ottanta anni. E gli italiani quanti, quanti ne compiono allora?
Quelli che dal 1994 sono passati fino a qui, non vi sembrano molti di più? Un po' come gli anni dei cani, che valgono sette, non vi pesano tutti sul groppone?
Non ci aggiriamo forse più appannati, più stanchi, meno fermi sulle gambe? E non facciamo fatica a ricordarli tutti, i venti anni che valgono sessanta?
Dovrebbero essere gli italiani a essere festeggiati per bene, una candelina per ogni rospo mandato giù. Una per le televisioni, una per la P2, una per il processo mediaset, una per il lodo mondadori, una per il finanziamento illecito ai partiti, una per frode fiscale, una per i mesi persi dietro a olgettine, a Ruby (già il nome era prensile), una per le corna, la bandana, le foto di famiglia...
Non si contano più. I nostri anni addosso che sono più di quelli trascorsi.  


(Candeline)

martedì 27 settembre 2016

TRUMP/CLINTON

Luna piena d'autunno:
bellissima semplicemente
perfettamente chiara
(Miura Chora 1729-1780)


Miura Chora, il poeta abile nel descrivere la natura.

Elezioni USA. Il primo confronto pubblico tra Clinton e Trump vede l'una battere l'altro. In diretta globale, i sondaggisti macinano dati.
Mi guardo il video come un'entomologa osserverebbe il vetrino o un astronomo un pianeta sconosciuto. 
Due esseri a confronto, sì, ma di quale natura sono? I capelli di fibra ottica, occhi di vetro trasparente, gote gommate, sangue filtrato e rifiltrato che scorre libero in vasi di acciaio ripuliti come filtri di piscine azzurre. Non c'è posto per alcol o polmoniti, qui. Non si conoscono carie o pelucchi sul golf. Orecchie fonoassorbenti respingono attacchi e caos esterno, i nervi sono elastici e resistenti come i cavi che in orbita agganciano navicelle a basi spaziali. 
Palpebre a scatto che si schiudono su pupille scannerizzanti.
Trump e Clinton. Esseri sovraesposti che comunicano in nome della trasparenza, nella totale saturazione di luce intorno.


(NASA a casa)