venerdì 24 novembre 2017

Giorni d'inverno


Quando la luce si placa, in certi giorni d'inverno,
e non è più il riflesso di un incendio,
l'usura di un dolore 
che non provi; lì sfavilla
e quasi certamente sorride. Luce inerme
che brilla e si concede. Cielo fermo.
(da "Pietra sangue" di Fabio Pusterla)

Ci sono sindaci che non danno il permesso di istallare un paio di bagni chimici nei pressi di un accampamento di fortuna dove alcuni migranti stazionano da mesi.
l'usura di un dolore 
che non provi
Ci sono sindaci che, sempre in nome della sicurezza, distribuiscono gratis spray al peperoncino alle donne del comune che amministrano per potenziali aggressioni che finora non si sono mai registrate. 
l'usura di un dolore 
che non provi
Ci sono sindaci che dicono "No" a organizzare un dormitorio che ripari dal freddo i migranti all'addiaccio (QUI).
l'usura di un dolore 
che non provi
Migranti che poi sono ragazzi, donne e bambini che, oltre a quello che hanno subito per arrivare fino qui, sopportano anche il nostro stupro collettivo. 


(Festa di benvenuto)









giovedì 23 novembre 2017

Lasciare la festa


Era chiaro quando me ne andai dalla festa
che anche a ottant'anni compiuti avevo ancora
un bel corpo. La luna splendeva come suole
in attimi di profonda introspezione. Il vento tratteneva il respiro.
E guarda, avevano lasciato uno specchio appoggiato a un albero.
Assicuratomi d'esser solo, mi tolsi la camicia.
I fiori di yucca annuivano con le testoline bagnate di luna.

Mi sfilai i calzoni e le gazze fecero corona alle sequoie.
Giù nella valle il fiume scrosciante fluiva ancora una volta.
Che strano trovarmi in una selva solo con il mio corpo.
So cosa pensate. Ero come voi una volta. Ma adesso
con tante cose alle spalle, tanti alberi smeraldo, e
campi sbiancati da malerbe, monti e laghi, come non potrei
esser solo me stesso, sogno di carne, d'attimo in attimo?
("Vecchio lascia la festa" di Mark Strand



Ora di cena, tv accesa sul solito talent di opinioni dove vengono ospitati, e microfonati, i soliti giornalisti. 
Nella trasmissione di ieri sera Beppe Severgnini è d'accordo con quanto, in un'altra trasmissione, ha dichiarato Eugenio Scalfari su Berlusconi ovvero che lo preferisce a Di Maio. Severgnini aggiunge, vado a memoria, che preferisce una strada battuta a una "imprevedibile". 
Vorrei soffermarmi su quest'ultima affermazione, non tanto per il risvolto politico più stretto - che non mi interessa analizzare qui - ma per quello che mette in luce. 
Preferire il prevedibile.
Mi sembra l'inno di una casta privilegiata dimentica di tutto (corruzioni, evasioni fiscali, scandali eccetera), che comunica fra simili e che pensa di poter dire qualsiasi cosa in un Paese dove oggi, per esempio, si torna a parlare di politici anni ottanta (e di ottanta anni), lo stesso Paese in cui il termine "rottamare" fu il più grande boomerang mai lanciato in politica.   
Sugli altri canali sfilano i talent dell'altro tipo, quelli col cantante o col cuoco che si esibiscono e poi si commuovono e ringraziano chi li ha fatti arrivare fin lì, di qua con un microfono, di là con una pentola in mano. 
E tutti, come prevedibile, applaudono.


(poche chiacchiere)







lunedì 20 novembre 2017

Mosca vecchia


Potrebbero sentire la mia mano;
le mosche del villaggio
fuggono via
(Santōka 1882-1940)


Dopo l'ennesimo schiaffo che mi sono data, poco fa, sul braccio - sono alcuni giorni che sembriamo proprio quelli dei Brutos -, abbiamo deciso che non avremmo più tentato di ucciderla. Dopo una serie di agguati, e tutti vani, ha vinto lei: da stamattina, Mauro ed io, conviveremo con un piccolo animale domestico.
Una mosca come pet. Una mosca vecchia che ci ha scelti come padroni, ha deciso lei. Ultimo esponente dell'estate appena passata, dittero combattente che, nonostante l'andamento un po' a zigzag non ci pensa proprio a farsi prendere, né al volo né col giornale. Un po' rimba ma ancora agile svolazza come ubriaca per casa.
Alla fine Moscavecchia è un animale da compagnia che necessita di poco. 
Non bisogna neanche scendere giù quando piove né fotografarla in tutte le pose, magari con un fiocchino in testa. Troppa fatica per due o tre mi piace al massimo su FB.


(Animale domestico)

venerdì 17 novembre 2017

Cielo


Preghiamo - il Cielo -
Chiacchieriamo - del Cielo -
Ci chiediamo - quando muoiono i Vicini -
A che ora in Cielo - fuggirono -
Chi li vide - Perché volano via?
È il Cielo un Luogo - una Volta Stellata - un Albero?
Lo sterile esercizio di ubicarlo è per Noi soli -
Per i Morti
Non c'è Geografia -
Ma Rango - Investitura - Epicentro -
Dove - l'Onnipresenza - si libra?
("Tutte le poesie" di Emily Dickinson)



Una poesia in memoria delle vittime della mafia. Oggi.
A che ora in Cielo - fuggirono -
Chi li vide - 

(Luogo-Volta-Alberi)







giovedì 16 novembre 2017

Partita


Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
Cristalline negli anni. Nella valle
Volano le azioni confuse dall’attimo
Gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
Nell’aria più leggera del presente, planano
Come rondini da cima
A cima dei monti finché
Raggiungono l’altopiano più remoto
Lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
Le nostre azioni cristalline
Su nessun fondo,
Tranne noi stessi
("Le pietre" di Tomas Tranströmer)


L'Inno di Mameli risuona nello stadio. Mano sul cuore, un Tavecchio qualsiasi che per i calciatori di colore usa metafore con le banane (QUI) e un Berlusconi (QUI) di nuovo in campo, giocatori strapagati della medesima partita. 
Solo che non si riesce a cambiare canale.

(Frontiera con l'aldilà)