giovedì 29 dicembre 2016

2016. Una sorpresa sempreverde

2016. Tra i tanti pubblicati nell'anno che sta per finire, pesco questo vecchio post sempre valido, direi... un sempreverde. Come i rametti augurali  che addobbano credenze e finestre in questo periodo, simboli di giorni migliori anche quando le feste, con la loro coltre malinconica, ce la mettono proprio tutta per abbattere i più ottimisti. O i più demoralizzati.
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Oche selvatiche.
Tutto ciò che rimane
è bello
(Ishida Hakyo 1913-1969)


Vale un haiku come omaggio? Vi assicuro che vale, e come non approfittarne! 
Lo adatterei alle piccole sorprese che comunque la vita ci offre, ma fate voi. Provate a mettergli un fiocco e a dedicarvelo quando le cose della vita sembrano tristi come quel malinconico tutto ciò che rimane suggerisce. Perché poi la sorpresa c'è e quello che le oche selvatiche volando via svelano, può essere bellissimo. 
Basta vederlo...


(a sorpresa)

mercoledì 28 dicembre 2016

2016. Tra quelli che se ne sono andati. Marco Pannella

2016. Ancora una notizia, tra le altre, di quest'anno che sta per finire. Ricordo Marco Pannella e lo faccio attraverso questo breve post datato 19 maggio. E soprattutto con questo haiku...
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Tramonto.
Il gatto torna a casa
tra le piante di tabacco
(Murakami Kijo 1865-1938) 


Marco Pannella è mancato poche ore fa. Se ne è andato. Elegante, così imprevedibile e forastico, dalla zampata improvvisamente aggressiva e sguardo penetrante, sì, aveva qualcosa del gatto. 

Con lui se ne va un pezzo di Italia, quella laica, quella che non si sottrae, anche fisicamente, alla responsabilità di vigilare sui diritti delle minoranze, alcune battaglie sono ancora qui davanti ai nostri occhi e sono tutte ancora da combattere.
I suoi maglioni a girocollo tra i politici con la cravatta, la cicca tra le labbra, l'aria da capo indiano che non teme nulla, il vocabolario forbito, la voce di velluto, i colpi di scena dispettosi anche per i suoi elettori. Il mangia preti, l'antimilitarista, l'antiproibizionista, il gandhiano. Aveva qualcosa di candido e di astuto, di ragazzino e di vecchio, di pudico e spudorato. 

Bello che ci sia stata una visione tale della laicità, bello averne approfittato come cittadina, essere stata tutelata da quelle battaglie vinte. Bello che non si sia arricchito, che non si sia mai detta una parola sulla sua sobrietà ed onestà. E che pur nell'Italia magnacciona sia comunque riuscito a restituire l'antico valore simbolico, mistico e altamente politico al concetto di "digiuno"
Ciao.


(RIP)

martedì 27 dicembre 2016

2016. Un anno in una notizia

2016. Un anno che se ne sta andando e con lui i fatti che sono accaduti. Ma c'è un fatto che deve fare sempre notizia per questo riposto quanto pubblicato qualche mese fa.
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E' apparsa una barca da pesca
sospinta dai remi.
Sopra i fiori
(Sugita Hisajo 1890-1950)


Potrebbe essere un haiku bellissimo. Una barca che si avvicina sospinta da una brezza lieve, il profumo del mare e quello dei fiori, il movimento dei remi aiutato dal vento primaverile a favore. E' apparsa una barca piena di fiori e noi la guardiamo godendo di quella pace e di quel silenzio.
Potrebbe essere un così bell'haiku!

Ma la scena si svolge sulle coste di una terraferma qualsiasi, in viaggio ci sono profughi che premono ai confini di popoli, chiusi, in pieno rigurgito nazionalista (leggete QUI e QUI).
E poi ci sono i fiori. 


(monumento ai caduti?)

lunedì 26 dicembre 2016

Last Christmas

Cime innevate
- nell'ampio piano un canto
suona. Chi sarà?
(Sono Uchida 1924)


Eddai! Pure George Michael? Cosa resterà di questi anni ottanta, mi chiedevo stamattina appena sveglia, ancora con la testa un po' ovattata per la dose di calorie, divani e tv del mio natale 2016, ma cosa resterà, caro Raf?
Il mio primo bacio a quello che ballava uguale uguale a Michael Jackson e lo preferiva a Prince, sempre con le cuffiette della musica sulla testa piena di capelli così neri da sembrare blu, una sera in discoteca di una settimana bianca con la scuola, che non sapevo sciare e sciavano tutti, e io zappettavo il campetto scuola con gli occhi cuorati per lui. "Last Christmas" e le sue palle di neve a loop nei televisori con Video Music, le meches sui capelli che mi ero fatta pure io, in alto le luci strobo e i bassi dentro, nello stomaco. Il mito di Londra, David Bowie. Intorno a noi due, in quella discoteca di Ortisei, giravano opulenza, politici sfacciati e tutti i ragazzi degli anni ottanta e che non sapevano ancora di esserlo, con il piumino e la cresta da punk - vero sincretismo modaiolo - e che aravano il corso delle città citando a memoria le battute di Drive in.
Tommaso Labranca (il mio ricordo QUI) guardava e prendeva appunti...

Oggi, che leggo haiku e lavoro con i libri, vecchia ragazza di quegli anni ottanta, ho sofferto un po'. E dentro questo inverno pieno di consapevolezza e meno sognante, mi tengo ancora più stretta il mio Max Pezzali che nessuno capisce perchè imperi nei miei auricolari quando giro nel traffico romano.


(Last Christmas)

venerdì 23 dicembre 2016

Buon Natale!

Dentro la fiamma
si sposta un'altra fiamma
- siamo in dicembre
(Momoko Kuroda 1938)



Stella bellissima, tutta di neon, poggiata alla finestra (così la vedo, da giù, quando rientro), ghirlanda con i led che vanno a ritmo discotecaro in puro stile Bollywood e voi, lucine appese in giro per casa ovunque, attaccate con lo scotch, e che si accendono e si spengono e fanno fare una strana ginnastica alle pupille, animate da quei micro-trasformatori made in china, minuscoli coreografi di allegri movimenti luminosi sulle pareti e tutt'intorno, voi, che mi allietate queste giornate di feste e malinconie, vi amo.
(E vi controllo molto).

Auguri amici! 


(Un po' presepe)