lunedì 28 novembre 2016

Scuola

Sull'aritmetica
un giovanetto piange
sommesso - l'estate
(Saitō Sanki 1900-1962)

I genitori di quel giovanetto che piange, sommesso, a causa di un insuccesso scolastico, se fossero vissuti oggi, avrebbero:

1) consolato il ragazzo con uno smartphone nuovo
2) creato un gruppo su uozzap intitolato "attenti al prof" con cui comunicare, in tempo reale, i "soprusi" del docente, tipo note e voti bassi, per poi vomitare il tutto su FB
3) preso a randellate il suddetto prof
......................

Non ho figli, non sono un'insegnante e l'argomento "scuola" mi ammorba da sempre. Da quando ci stavo dentro, giuro. Sbadiglio. Ma una cosa la vorrei fare se ne avessi la possibilità: inserire nel programma una notte intera da passare dentro un museo, sì, dormendo nel sacco a pelo steso tra le opere.
I maestri dovrebbero fare lezione davanti a un quadro o a una scultura agli alunni che gli siedono accovacciati di fronte. Più tardi, quando cala la sera, si addormenterebbero tutti, ragazzi e insegnante, i più piccoli magari abbracciati al peluche. 
Buio. Un museo di notte che all'interno continua la sua vita. Rumori, ombre. Sogni.
Si sta insieme, a fare una cosa fichissima che neanche riesco a spiegare, a farti capire, mamma. Ma ho capito meglio la rivoluzione francese con un quadro di David, la fotosintesi con le foglie di Penone, uno che le accatasta in balle gigantesche che ancora profumano, e il nazismo con quei numeri, che sembrano quelli dei lager, sulle tele impastoiate di Kiefer. E la matematica grazie a Piero della Francesca. Ma anche grazie a Fidia, Bernini, Vitruvio o Le Corbusier...

Capire, crescere. E ancora conoscere, rispettare, raccontare, fotografare, condividere, disegnare. Innamorarsi.

Un mondo da imparare tutto, che una vita sola non mi basta.


(Anselm Kiefer. Lezione di Storia)








sabato 26 novembre 2016

Buon sabato

Cielo d'autunno
quaggiù
San To Ka è felice con te
(Santoka 1882-1940)



Santōka l'ho portato nel mondo, nel mio (clicca QUI)

Boum fa il cuore, boum fa il mondo. Tutto palpita, risuona, vive. Amo quel lieve struggimento nella voce di Trenet, micro sorpresa al momento del cambio di tonalità, quello dopo la prima strofa allegra con la filastrocca infantile della campana, del tacchino e degli uccellini. 
Boum, amici. La poesia è nelle cose di tutti i giorni, negli incontri fatti, nelle persone conosciute, nei sorrisi ricevuti, nei messaggi e le foto.
Sono ancora in cammino con il caro Santōka, alter ego, amico immaginario, guida nel traffico della mia città, led spirituale a portata di tutti. 
Basta guardare bene. 

(BOUM!)






  



venerdì 25 novembre 2016

25 novembre

Peonia al gelo
la mattina seguente
la sua scomparsa
(Momoko Kuroda 1938)

Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Peonie al gelo di cui conosciamo tutto solo la mattina
(Tra i rifiuti)
.



giovedì 24 novembre 2016

West

Il cavallo ha brucato
l'ibisco della siepe
sul ciglio della via
(Bashō 1644-1694)

E' regola che salumieri, macellai, fruttivendoli e pizzicagnoli siano un po' "piacioni", come si dice a Roma che, insomma, si rivolgano alle clienti con qualche innocua galanteria. 
"Bella signora, che le do oggi?", "Quanto ne metto? Si scioglie in bocca!". Comunque tu sia fatta, qualsiasi età tu abbia, sarai sempre quel bel bocconcino, a proposito di fiordilatte, che sei. Ma non crediate. Al piccolo supermercato dove vado, quello vicino alla redazione, c'è Clint, ed è tutto diverso.
Entro. 
Superata la cassa del ragazzetto col ciuffone, quello simpatico e che insegna "l'itagliano" al facchino nordafricano che deve passare l'esame e che prende appunti volenteroso, mi incanalo tra le due file di prodotti. 
Musica dagli altoparlanti e neon. 
Raggiungo il reparto salumeria. Il vecchio Clint Estwood di periferia, da sempre fichissimo lavora lì. Oggi è sotto la magnolia nel cortiletto interno che si sta finendo la cicca. Mi fa solo un cenno del tipo: "spengo e arrivo". Lo precedo, buona buona, e inganno l'attesa davanti al frigo.
La porta del saloon ancora cigola mentre fuori, adesso, non vedo auto ma solo cactus e praterie. Clint si fa largo tra le corsie di scatolame, con la sua aria malinconica, il grembiule stazzonato, l'andatura da cow-boy stanco. Mai un sorriso in più del necessario, figuriamoci inutili smancerie.
Mi affetta silenzioso il prosciutto, incarta la porzione di ricotta nella stagnola e, porgendomi scontrino e spesa, strizza un po' gli occhi azzurri.
Chissà la sua vita, chissà la sua storia, penso ogni volta.
Esco. 
Monto sulla sella del mio fido motorino legato al palo. 
Il mio West continua nel traffico.


(Prateria sotto casa)




 

       

mercoledì 23 novembre 2016

Novembre

Il caco maturo
nel quale affondo i denti
cola sulla mia barba
(Shiki 1863-1902)

Shiki. Il monaco che discendeva da una famiglia di samurai e che aveva ereditato la forza dei guerrieri suoi avi e riusciva a piegare l'acciaio della malattia. Il fine intellettuale conoscitore del cinese, lo studioso di filosofia, il corrispondente di guerra per un giornale, il primo riformatore moderno dello haiku come è oggi inteso. 

Una raccolta di poemi
due cachi
tardi nella notte d'inverno

Rigoroso nella vita come nello studio, nel mio strano olimpo popolato dai monaci zen lo collocherei in alto, in un posto sacro. Shiki è quello a cui rivolgerei preghiere, se ne avessi. Mentre con Issa vorrei passeggiare, con Ryōkan giocare, con Yosa Buson dipingere, con Bashō imparare a dominarmi. Santōka? Santōka è il mio ufficiale compagno di motorino e dedicargli un libro mi è venuto così naturale...
Torno a Shiki, ne ricordo la sua unica debolezza: la golosità per i cachi.

Mordendo un caco
suona la campana
del tempio di Hōryū-ji

Quando li compro sbaglio, li scelgo sempre acerbi, troppo duri, attratta dal loro splendore.
Inconscio omaggio alle debolezze umane che ci rendono unici e meravigliosamente imperfetti, indimenticabili piccole divinità per coloro a cui siamo cari.

Un mangiatore di cachi
che amava gli haiku
così bisognerà ricordarsi di me


(Shiki)