giovedì 24 novembre 2016

West

Il cavallo ha brucato
l'ibisco della siepe
sul ciglio della via
(Bashō 1644-1694)

E' regola che salumieri, macellai, fruttivendoli e pizzicagnoli siano un po' "piacioni", come si dice a Roma che, insomma, si rivolgano alle clienti con qualche innocua galanteria. 
"Bella signora, che le do oggi?", "Quanto ne metto? Si scioglie in bocca!". Comunque tu sia fatta, qualsiasi età tu abbia, sarai sempre quel bel bocconcino, a proposito di fiordilatte, che sei. Ma non crediate. Al piccolo supermercato dove vado, quello vicino alla redazione, c'è Clint, ed è tutto diverso.
Entro. 
Superata la cassa del ragazzetto col ciuffone, quello simpatico e che insegna "l'itagliano" al facchino nordafricano che deve passare l'esame e che prende appunti volenteroso, mi incanalo tra le due file di prodotti. 
Musica dagli altoparlanti e neon. 
Raggiungo il reparto salumeria. Il vecchio Clint Estwood di periferia, da sempre fichissimo lavora lì. Oggi è sotto la magnolia nel cortiletto interno che si sta finendo la cicca. Mi fa solo un cenno del tipo: "spengo e arrivo". Lo precedo, buona buona, e inganno l'attesa davanti al frigo.
La porta del saloon ancora cigola mentre fuori, adesso, non vedo auto ma solo cactus e praterie. Clint si fa largo tra le corsie di scatolame, con la sua aria malinconica, il grembiule stazzonato, l'andatura da cow-boy stanco. Mai un sorriso in più del necessario, figuriamoci inutili smancerie.
Mi affetta silenzioso il prosciutto, incarta la porzione di ricotta nella stagnola e, porgendomi scontrino e spesa, strizza un po' gli occhi azzurri.
Chissà la sua vita, chissà la sua storia, penso ogni volta.
Esco. 
Monto sulla sella del mio fido motorino legato al palo. 
Il mio West continua nel traffico.


(Prateria sotto casa)




 

       

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