mercoledì 9 marzo 2016

Cronaca nera

Hanno preso il volo
i corvi, sbattendo le ali -
sull'arido campo, l'uomo.
(Saitō Sanki 1901-1962)


La cronaca nera non è mai entrata nel DAILYHAIKU. Non trovo spazio forse perché anche nella mia testa non c'è un reale interesse per questo tipo di notizie. Eppure qui siamo davanti a qualcosa di diverso.


- L'uomo
"Sabato 5 marzo i carabinieri di Roma sono entrati nell’appartamento di un ragazzo romano, Manuel Foffo, al Collatino, quartiere nella periferia est di Roma, e hanno trovato il corpo di un altro ragazzo, Luca Varani, con un coltello da cucina conficcato nel petto. L’omicidio e le torture che l’hanno preceduto sono state compiute nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4 marzo. Risultano coinvolti due ragazzi: Manuel Foffo e Marco Prato (...)".
Così inizia il pezzo che linko QUI e che continua con il dettagliato profilo dei protagonisti.

- Hanno preso il volo i corvi.
Animali o umani? 
Le sevizie, il perverso godimento, in qualche modo confessato, di guardare la morte, il gioco tra finzione e realtà, tra come ci rappresentiamo e come siamo.
Perché?
Ripenso alle torture sul corpo di Giulio Regeni, torture dal mandante misterioso ma molto meno oscuro di questo.  

(arido campo?)

martedì 8 marzo 2016

8 marzo

In mezzo ai fiori
o nell'oscurità
trovo me stesso
(Momoko Kuroda 1938)


Ideologia, strumentalizzazioni, mancanza di memoria, mimose & pupazzetti, non ultima la questione “utero in affitto” - che preferisco chiamare GPA (Gestazione Per Altri) - demonizzata anche da parte del mondo femminista, relegano la questione "corpo delle donne" a una data sul calendario e aumentano la mia confusione.
E allora? 
Me ne vado in libreria! E' o non è il "mio" posto, dove io sono "io" e non solo "mia"? 
Il posto dove ci si ritrova tutti e tutti, uomini e donne, siamo dalla stessa parte, ovvero quella della cultura, unica arma per demolire oscurantismo e pregiudizi ideologici? La cultura, quella che apre le teste, che ci fa fare passi avanti l'uno verso l'altro?
E invece... 
E invece di trovare me stessa, ho trovato questo fatuo cartello, a indicare tantissimi libri dalle copertine color pastello come gli ombretti delle lettrici a cui vorrebbero essere destinati, e tanti tanti tanti titoli stuzzicanti, e un tantino piccantelli, come l'apericena di stasera.  



(ghetto vero)



lunedì 7 marzo 2016

Anvedi sì' che robba

Com'è strano
anche vivere così!
L'ombra dei fiori
(Issa Kobayashi 1763-1827)



Pausa pranzo. Sole tiepido.
"Sei grandissima! Me posso fa' 'na foto cotté?" 
Un ragazzo col telefonino, due o tre curiosi che fanno capannello intorno a una tipa agghindata come per l'ultimo dell'anno, leopardatamente seduta a uno dei tavolini apparecchiati fuori la grande pasticceria romana, antico crocevia di paparazzi, figuranti, pubblico mercenario, impresari di basso cabotaggio, calciatori imbolsiti, avvocati che andranno a giocare a tennis dopo il supplì. 
Chi è questa, mi chiedo. E dove l'ho vista? Ma, poi, l'ho vista realmente da qualche parte, la conosco?
Sei un'attrice, una comparsa televisiva, una del pubblicodiforum, una exdelgrandefratello, una tronista attempata, una ballerina di nonélarai trenta anni dopo, una dellavitaindiretta, una diunafiction, chi sei mai?
E tu che le chiedi un selfie, chi sei? Dove vivi? Che lavoro fai? A chi invierai la foto che ti stai facendo? Che faccine metterai come commento all'incontro a cui assisto? E perché ti depili le sopracciglia così?

Sopravvive una Roma cotonata da cui sono, nonostante tutto, perversamente sedotta. 

Osservarla in silenzio, possibilmente dal riflesso di una vetrina, è il mio salvavita, il mio kit di sopravvivenza, il mio metadone da bar. 
Scoprirne gli scampoli felliniani sopravvissuti, le strofe di Remo Remotti per sempre nella sua aria primaverile, i graffi anni ottanta di Schifano che, eterni, sbavano vernice è, per me, una droga irrinunciabile.


(vasto assortimento interno)









         

giovedì 3 marzo 2016

#veritàpergiulio

Un banano nel temporale
il gocciolio dell'acqua nel catino
scandisce la mia notte
(Basho 1644-1694)



Non vorrei vivere neanche dieci secondi di quello che stanno vivendo i genitori di Giulio Regeni.
La morte nel dettaglio che gocciola dai mezzi di informazione.
"Intervalli di dieci-quattordici ore, per sette giorni" (QUI)
Neanche dieci secondi. 

(gocciolìo)


martedì 1 marzo 2016

Amicidifacebook

Non si può vedere
chi si aggrappa
alle nostre spalle
(Ozaki Hosai 1885-1926)


Sono un'amicadifacebook di circa milleseicento persone. 
Alcune seguono il DAILYHAIKU, la maggior parte non sa neanche cosa sia, alcune mi hanno tra i loro amici ma non se ne fanno nulla, alcune mettono mipiace se cambio la foto del profilo. Per molti sono una faccina in più, un compleanno che occupa la bacheca con la sua inutile avvisaglia, un amicodifacebook da aggiungere in un gruppo. Alcuni vorrebbero che parlassi a Fahrenheit del loro romanzo dalla copertina gotica.

Sono un'amicadifacebook di circa milleseicento persone. Anche del filosofo Gianni Vattimo. 
Che come tutti gli amicidifacebook ha immortalato il suo gatto, ha altri moltissimi amicidifacebook, si fa le foto davanti a un piatto di carbonara fumante e mi fa riflettere che stare nel mondo degli "imbecilli della rete", come li chiamava il suo amico Umberto Eco, è comunque uno "stare" al mondo accettandone le regole.

Tra i miei amicidifacebook poi ci sono quelli che mi seguono, i Dailyhaikisti (ci metto un cuoricino rosso o una parentesi uncinata con il 3). Vorrei conoscervi meglio rimanendo così, senza conoscerci bene bene bene. Continuare a sbirciare sulle bacheche, rintracciare pezzetti di vita, foto di amici, piantine sul terrazzo, cin cin di auguri, figli da taggare, viaggi da ricordare, passeggiate e fiori che sanno di vacanze. Motti e sbotti che sanno di impegno e delusioni, frasi simpatiche, commenti, battute, titoli di libri amati e quindi citati.  
Continuare a tenerci d'occhio nello spazio di un post, sapere che ci siamo per quel poco tempo di un collegamento o di una pausa pranzo. 

Non si può vedere la presenza calda e frigida che questi anni sono capaci di offrirci. 
E premo <invio>.



(finestre sul mondo)