giovedì 14 gennaio 2016

KO

Dopo aver gettato una pietra
non mi volterò
a guardare i girini
(Saito Sanki 1900-1962)



Vi ricordate i massi dal cavalcavia? Quel gioco perverso che negli anni ottanta consisteva nel lanciare un sasso dall'alto che avrebbe colpito una macchina a caso? Decine di ragazzi si cimentarono in quel macabro tiro che richiedeva sangue freddo, un'ottima mira e soprattutto tanta noia e che, nella maggior parte dei casi, andava a buon fine. Sono state troppe le vittime sorprese da quella pietra improvvisa caduta dal cielo. 
Sono passati trent'anni; le cose sono cambiate e la società è diversa già da quella di ieri pomeriggio. Nuove regole di convivenza, nuovi segnali, nuovi sguardi. 
Apprendo di un nuovo "gioco" che si chiama "KO Game" (QUI la notizia). Le regole? Facili facili. Si individua la vittima, a caso, si percorre un pezzo di strada insieme, tra le macchine e i negozi, gli si sferra un pugno in faccia come se niente fosse. E poi, fischiettando quasi, mani di nuovo in tasca o sulla tastiera di un cellulare per inviare uozzapp agli amici. 
Firulì firulà.  
Solo l'aggressività e la noia sono rimaste le stesse compagne di avventura di questi efferati neo ragazzi della via pal. Inscalfibili, hanno messo a punto un gioco nuovo che di quello vecchio conserva la casualità ma con un upgrade. Ora la vittima la guardano anche in faccia.


(gioco e caso)

mercoledì 13 gennaio 2016

Unioni civili

Una gioia per gli occhi:
il ventaglio dell'amante
è bianchissimo
(Yosa Buson 1761-1783)



Mentre una coppia qualsiasi si ama, godendo della dolcezza dell'altro anche solo guardandosi, c'è chi prega da giorni, notte e giorno per la precisione, affinché Dio non lo permetta. Prega affinché il decreto Cirinnà, che equipara nei diritti le coppie omosessuali a quelle eterosessuali, non vada a buon fine. A farlo sono le Sentinelle in Piedi - apprendo QUI della loro esistenza - che, fino al prossimo 30 gennaio pregheranno ininterrottamente  non per tutte le vittime innocenti di guerre inspiegabili o per i migranti o gli emarginati, ma per scongiurare che la coppia di fatto sia tutelata nei propri diritti come, ad esempio, quello di adottare il figlio di uno dei due. 

Sentinelle in Piedi, sedetevi, riposatevi un po'! E scioglietele quelle mani giunte! 
Apritele, scrocchiate le dita, tendetele al vostro prossimo qualsiasi scelta faccia anche in campo sessuale tanto, nella sua testa e nel suo cuore, il ventaglio a cui pensa rimarrà comunque bianchissimo e seducente. 
E voi state facendo la classica fatica inutile.


(coppia molto dolce)






lunedì 11 gennaio 2016

David Bowie RIP

Cade una stella
cosa diventerò
dopo la mia morte?
(Yamaguchi Seishi 1901-1994)



Il duca bianco delle stelle non invecchia più.
Torre di Controllo sto uscendo dalla porta e sto galleggiando nello spazio... 



(Space Oddity)

Clandestino

Sarò chiamato
"viaggiatore"?
Prima pioggia d'inverno
(Basho 1644-1694)



Perché i democratici al governo accettano di tergiversare sul reato di clandestinità? Non era per tutti un'enormità? Possibile che per un cinico calcolo di voti si sacrifichi un caposaldo della nostra cultura democratica? (QUI notizia)
Che non esistano "clandestini" ma solo "persone" che si spostano da una parte e dall'altra del mondo (con tutti i diritti sanciti nel 1948 dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) dovrebbe essere assodato e condiviso, non strumentalizzato. 
Sono per le mediazioni, ve l'assicuro, anche in politica. Ma non possono essere credibili le sfumature su alcuni concetti base per un popolo democratico.
Come dicono da secoli i radicali, le carceri italiane sono affollate in larga parte da persone che hanno commesso reati minori e da clandestini e cancellare il reato di clandestinità è l'unica risposta da dare anche a chi la pensa diversamente. 
Con fermezza e passione civile.


(Attento a dove cammini!)





venerdì 8 gennaio 2016

#nograndinavi

La prua della barca
è uscita
insieme alla luna
(Sugita Hisajo 1897-1941)



Capita che alcune cose di cui si è parlato molto, strafotografate e strapostate con vari punti esclamativi e faccine inorridite a cornicetta, semplicemente, vengano accantonate per passare ad altro, con nuove faccine, nuovi punti esclamativi, nuovi commenti irritati. Eppure, placido, il passaggio delle grandi navi a Venezia continua ogni giorno.
Allora non voglio dimenticarmene, voglio bene tenerlo a mente. E per farlo ho scaricato "Venezia è laguna" di Roberto Ferrucci (ZoomFlash Feltrinelli) che mi racconta, in un economicissimo piccolo ebook utile e civile, questo passaggio costante e indisturbato. 
"Sembra un pezzo di città che si stacca dal resto" pensa amaramente il protagonista che ha l'abitudine di condividere sui social le foto di questi mostri marini che solcano, sconvolgendone l'ecosistema, la laguna veneziana. E che li conta con la sua ragazza. Uno, due, quattro, sette, ogni giorno. Ogni giorno. Navi enormi che profanano il mondo sommerso, oscurano il paesaggio, fanno tremare le banchine. 
I mostri marini li ho visti anche io. Anzi, francamente ci sono arrivata dopo gli altri a capire che non era San Marco a spostarsi con tutti i piccioni, ma una nave enorme. Sì, perché questo lento e indisturbato passaggio è sconvolgente, altera i punti cardinali e le proporzioni delle cose, ti stordisce come una silenziosa e repentina mazzata in testa quando meno te l'aspetti, magari quando sei un tutt'uno con la bellezza di una città unica, perso nei tuoi banali romanticismi. Sdang! Torna nella realtà!!! Che stai a pensare, a sognare! 

La lettura del piccolo libro di Ferrucci dura quanto il passaggio di una grande nave in un canale di Venezia. E lascia anch'esso una scia amara che è doveroso vedere. Una scia di denunce (attentato alla navigazione, procurato allarme, simulazione di reato) che l'autore ha sopportato, l'onda lunga di malessere che ogni veneziano vive. 
Racconta una storia vera che accade tutti i giorni. Viene permesso che accada! Incredibile. 
E l'autore ne ha fatto la sua battaglia civile e per battaglie così bisogna essere capaci di sognare. 
Sarebbe un atto di civiltà restituire Venezia al suo panorama, un atto di protezione per l'ambiente, per il paesaggio artistico, faunistico, umano.  

Una barchetta che esce in mezzo alla laguna silenziosa. Insieme alla luna. Un sogno.


(#nograndinavi)