non mi volterò
a guardare i girini
(Saito Sanki 1900-1962)
Vi ricordate i massi dal cavalcavia? Quel gioco perverso che negli anni ottanta consisteva nel lanciare un sasso dall'alto che avrebbe colpito una macchina a caso? Decine di ragazzi si cimentarono in quel macabro tiro che richiedeva sangue freddo, un'ottima mira e soprattutto tanta noia e che, nella maggior parte dei casi, andava a buon fine. Sono state troppe le vittime sorprese da quella pietra improvvisa caduta dal cielo.
Sono passati trent'anni; le cose sono cambiate e la società è diversa già da quella di ieri pomeriggio. Nuove regole di convivenza, nuovi segnali, nuovi sguardi.
Apprendo di un nuovo "gioco" che si chiama "KO Game" (QUI la notizia). Le regole? Facili facili. Si individua la vittima, a caso, si percorre un pezzo di strada insieme, tra le macchine e i negozi, gli si sferra un pugno in faccia come se niente fosse. E poi, fischiettando quasi, mani di nuovo in tasca o sulla tastiera di un cellulare per inviare uozzapp agli amici.
Firulì firulà.
Solo l'aggressività e la noia sono rimaste le stesse compagne di avventura di questi efferati neo ragazzi della via pal. Inscalfibili, hanno messo a punto un gioco nuovo che di quello vecchio conserva la casualità ma con un upgrade. Ora la vittima la guardano anche in faccia.
(gioco e caso) |
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