mercoledì 24 dicembre 2014

Auguri e regali di Natale

Porterò a Yedo in dono
il vento del Fuji
nel mio ventaglio
(Basho 1644-1694)




Oggi desidero ringraziare tutti coloro che mi seguono, che non mi conoscono, e che comunque mi hanno regalato un sacco di cose belle. 
Allora: grazie a Stefano che ha scritto REMIX sul lavoro che faccio con gli haiku e che potete leggere qui. E, con lui, grazie a tutti coloro che mi cinguettano haiku - evviva! - su TW, anarchici nelle regole più di Santoka. E come non ringraziare, idealmente, i miei tre followers giapponesi che cliccano "mi piace" sulla fiducia? Uno di loro credo di aver capito che lavori presso un cimitero per cani... non aggiungo altro!  



Grazie delle foto, dei video e degli haiku greci, a Riccardo e a Lorella, ai pensieri tang di Bruno giunti fin dall'inizio, al ramo di cachi della foto di Mauro colpito dalla grandezza di Masaoka Shiki, al lavoro zen di Giancarlo sul recupero della memoria partigiana, ai vecchi amici e ai nuovi, ai colleghi persi e qui ritrovati, agli endorsement di Laura Imai Messina e di Loredana Lipperini (che hanno una platea di lettori degna di due imperatrici giapponesi e che io mi sogno, ma va bene lo stesso), ai miei commentatori abituali sempre pertinenti e gentili, a quelli estroversi e ai timidi.
A chi mi segue dalla radio e che qui scopre un altro pezzetto di me che gli piace lo stesso, a chi ama la musica e mi dedica ascolti e video. 
Ho ricevuto consigli di lettura, playlist, messaggi simpatici e di pura, e incredibile, credetemi, empatia. E poi a due mie vecchie amiche, Ilaria e Stefania - ritrovate con il DAILYHAIKU - che si conoscevano, e che recentemente ho fatto incontrare, dopo tanti anni, a casa mia.

(Quadro di Ilaria. Clicca!))


Insomma, il mio ventaglio è pieno di vento del Fuji...
Buon Natale e grazie di cuore con questo "pallicchio" zen, regalo che arriva dritto dritto dal Giappone: 










martedì 23 dicembre 2014

Messa (nera) di Natale

Un tempio fra i pini
pioggia autunnale
ci passerò la notte
(Santoka 1882-1940)




Eversione nera. Quattordici arresti in tutta Italia smantellano un gruppo terroristico di matrice neofascista che era intenzionato a far saltare treni e stazioni, alcune sedi di Equitalia, prefetture e questure quanto basta. Questi uomini così miti facevano capo a un ex carabiniere di Ascoli, Stefano Manni, intercettato per un anno, che era definito dai vicini di casa come "persona mite e signorile". Viene da chiedersi qualcosa sulle capacità di osservazione dei vicini in genere, investigatori degni di FBI se in ballo c'è qualcuno che ascolta la musica dopo le 20 o cucina il curry ma, se solo condividono il pianerottolo con Hannibal Lechter, tutti diventano molto 'british'. Ma torniamo al fatto. L'associazione che incitava all'odio razziale, si ispirava a un documento denominato "Statuto della Repubblica dell'Italia Unita" e aveva un "luogo di culto" dove raccogliersi in una località della costa abruzzese. 
Non credo per la messa di Natale.








lunedì 22 dicembre 2014

Tetro-Natale

Mi tornano in mente
un bambino che gattona
e i dolci di riso avvolti nel bambù.
(Akutagawa 1892-1927)







A proposito di negozi vuoti, "mi tornano in mente" quei Nataloni gaudenti, zuccherosi e profumati come una fetta di panettone. Le luminarie, i regali sotto l'albero, i cori festosi delle casse dei commercianti. E vi ricordate le file? Quelle belle file chilometriche al reparto gastronomia del negozio più opulento della città? Quei trionfi di salmoni, quei tacchini rimpinzati di prugne e castagne, le colature di salse iridescenti su montagnole di tartufi, i cotechini rampanti, bottiglie lucenti e infiocchettate. Vetrine che avrebbero fatto impallidire Arcimboldo. "Magari un pochino di questo?" "Aggiungo un paio d'etti, signora?" "Ma sì, è Natale!". Follie  natalizie. Concentriamoci. Così ce le ricordiamo...

Oggi, invece, dolcetto di riso del grande Akutagawa, colui che Murakami Haruki colloca tra i più importanti scrittori di riferimento nel suo ideale olimpo letterario. Forse il più doloroso e "contemporaneo" poeta di haiku, Akutagawa, amaro e poco consolatorio, dall'immaginario decadente e fortemente sarcastico. 

Va così, questo Natale.

Un po' tetro. Come una canzone degli Abba fuori un ufficio postale romano il 20 dicembre.
Mamma mia!






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venerdì 19 dicembre 2014

Ho dei libri!

Ho del riso
dei libri
persino del tabacco
(Santoka 1882-1940)





Consueto haiku-sigla santokiano per il consueto consiglio di lettura. 




Che oggi dedico non solo a chi ama la fotografia e la sua storia, ma anche a chi ama il proprio lavoro e lo fa in modo serio, sobrio e appassionato.
Il primo fra tutti a parlarmi di Mario Dondero, sempre illuminandosi e tessendone le lodi di umanità e simpatia, è stato lo scrittore Angelo Ferracuti, uomo colto e defilato, suo amico di vecchia data. In seguito, per il mio lavoro mi è capitato spesso di incontrare personalmente questo grande maestro della fotografia e, come succede sempre e solo con i grandi, anche Dondero mi ha dato quella bella e calda sensazione di totale semplicità. Passare tra le cose e nella storia con semplicità. E anche in modo sorridente.
Una volta entrai in redazione e, in mezzo al caos dei libri, delle carte e soprattutto dei colleghi in subbuglio, l'ho visto che si aggirava sorridente con la sua Leica M3 appesa al collo e in funzione.  

Questo saggio rappresenta prima di tutto il prezioso tentativo, riuscito perfettamente con l'ausilio dei "devoti" raccordi di Emanuele Giordana, di mettere ordine nell'archivio mentale di un grande dei nostri tempi.  
Lo "scatto umano" (che bel titolo!) di Mario Dondero racconta la grande stagione dei fotoreporter adombrando un temperamento che sembra forte e morbido allo stesso tempo. Radicale e mai snob, dentro e fuori le cose al tempo stesso. Una incredibile biografia che va dal sedicenne partigiano all'Afghanistan degli anni ottanta attraversando le capitali culturali di un' Europa in costruzione e raccontando incontri unici come con Doisneau, Robert Capa e Gerda Taro, le guerre e le lotte sindacali . 
Senza particolari ossessioni tecniche, quella di Dondero ci appare come passione pura per gli esseri umani. 
Reali e importanti "soggetti" da fotografare.




(Mario Dondero. In una MIA foto!)



  


     






giovedì 18 dicembre 2014

Google

Io sono un uomo
che mangia il suo riso
in mezzo ai convolvoli
(Bashō 1644-1694)





Bashō si conosceva. Non seguiva le mode o consultava sondaggi per capire se stesso o il mondo.
I suoi viaggi erano l'occasione per imparare: osservare la natura, vincere sofferenze e seguire le tracce dei letterati antichi (leggi QUI). La sua poetica riscopre la quotidianità e, attraverso uno sguardo colto e finissimo, proprio della filosofia zen e della ricerca di una bellezza nelle cose nello stile non esuberante, ci restituisce haiku evocativi e vagamente nostalgici. Ma anche molto precisi come questo autoritratto che lo vede con un po' di riso in mezzo a fiori che tutti noi conosciamo per la loro semplicità, i convolvoli. Vi suggerisco di cliccare su google e cercare la parola "convolvolo". Lo riconoscerete subito, ve lo assicuro, e... cambierete il corso della storia. Sentite questa.



Succede che si sia raggiunti da informazioni, inutili, nostro malgrado. E questo capita se esci, se guardi la tv e soprattutto se navighi. Una di queste "informazioni" ieri me la fornisce un fantasmatico Google blog team e io, sadicamente, oggi la condivido con voi.
A questo gruppo di ricerca preme dare conto, a me come ad altri milioni di sconosciuti, delle (testuale) "curiosità e interessi degli italiani, frutto delle numerose ricerche digitate da ciascuno di noi su Google".
Leggo e apprendo che in cima alla classifica delle parole ricercate su Google Italia c'è "Mondiali di calcio", seguito da "iPhone6". Tra i temi di grande interesse mi segnalano che la parola "Ebola" è tra le più digitate. E per la google-classifica dei "come fare" boom di digitazioni per la parola "barbecue".

Ora, io non avevo chiesto niente a nessuno, ma traccio comunque con voi l'identikit dell'italiano medio: ultras, col telefonino, ipocondriaco e che, vivendo sotto i ponti, si è attrezzato con un barbecue.
E che c'era bisogno di un Google team?


(Premi <esc>)