mercoledì 26 novembre 2014

Bicchiere di sakè

Un buon rifugio 
immerso nelle montagne -
di fronte vendono sakè
(Santoka 1882-1940)




Ecco dove vorrei stare! Nel rifugio di Santoka di sicuro non esiste wifi e staccherei da tutte le beghe politiche facendomi su un cicchetto!
Ma i dirigenti del Pd che in TV parlano sempre male del Pd? Cosa vogliono comunicarci? Non rimpiangendo nè l'immobilismo, nè la mancanza di dialogo all'interno di un partito, mi chiedo: le frasi a mezza bocca, le allusioni, le battute, questi rosicamenti, questi twitter compulsivi e pungenti tra loro e su di loro, a chi giovano? 

La Camera oggi dice sì alla riforma sul lavoro con 316 voti favorevoli e 6 contrari. E cosa fanno? Formano il "gruppo dei 29" ovvero il gruppo dei deputati del Pd - tra cui Rosy Bindi! - firmatari di un documento in dissenso. In questi mesi di travaglio, abbiamo assistito a qualsiasi tipo di colpo basso, che tristezza.

Allora sto con un vecchio dirigente come Bersani e faccio mio il suo ovvio "bicchiere mezzo pieno" (di sakè?) chiedendomi il senso di votare contro e rimanere dentro il partito. 
Anche perchè, là fuori, Berlusconi dichiara di non lasciare il tavolo e di assumere Matteo Salvini, di cui intuisce l'appeal in ascesa, come "bomber", il razzismo assume forme sempre più tangibili, i negozi chiudono e siamo tutti più tristi e rancorosi.


(fuori)




martedì 25 novembre 2014

Sole, stelle e silenzio

Radioso splendore
del sole sulle pietre
che landa desolata
(Yosa Buson 1715-1783)





Alla luce del trepidante saluto all'astronauta Samantha Cristoforetti, a cui mi unisco, riflettevo sull'idea di spazio condivisa dai più, risultato, al massimo, di qualche film di fantascienza o cartone animato. 
Una claustrofobica navicella, omini col casco tipo boccia dei pesci rossi al rovescio, movimenti rallentati. Per pranzo, barrette al sapore di pasta al sugo o di bistecca e le posate che levitano dispettose in assenza di gravità. Fuori l'oblò, un fondale buio, non molto rassicurante in verità, scie luminose, pianeti lattiginosi, la "landa desolata" della luna con i suoi crateri, la terra azzurrina e la palla infuocata del sole. 
Sparso ovunque e infinito, un luccichio tipo quello della porporina sui presepi. 
Luca Parmitano ci ha già abituato a immagini riprese e fatteci arrivare da lui stesso direttamente sulla terra, e sui nostri smartphone, via social. Il triangolone dell'Africa, le costellazioni in presa diretta e comete fluttuanti che ci recapitava, non hanno mai tradito la nostra aspettativa bambina, modesto frutto di manga e tg.
Solo una cosa, purtroppo, nessun equipaggio spaziale potrà restituirci: il silenzio che si "sente" lassù.
Quella precisa sonorità di silenzio spaziale non riusciremo mai a capirla né a immaginarla. 
Quello strano e invincibile padre di tutti i silenzi. 
Quel silenzio tangibile e visibile che nessun astronauta riuscirà, purtroppo, mai a condividere neanche con un prodigioso tweet stellare.


(Galleria Arte Moderna di Roma. "Il sole" visto da Giuseppe Pellizza da Volpedo 110 anni fa) 




   












lunedì 24 novembre 2014

Vivibilità

Sapendo che mangia la serpe
orrenda la voce
del fagiano verde
(Bashō 1644-1694)




A proposito dell'uso propagandistico dei fatti di Tor Sapienza.
Ma qualcuno di Roma o di Ostia, si ricorda gli appellativi all'indirizzo dei "romani" urlati prima da quei palchetti delle sagre padane e poi dagli scranni del Parlamento? Dove sono finiti orgoglio e memoria?

Negli ultimi giorni abbiamo assistito al tifo per la calata su Romaladrona di eleganti personaggi con cravatta verde.
Abbiamo ascoltato slogan da ultras che rivendicano la proprietà del territorio e poi, in tv e sui giornali, la raffica delle testimonianze dei cittadini della "porta accanto"  - ma non potrebbe rimanere chiusa a chiave quella "porta"? - seriamente allarmati perchè "cce stanno troppi negri che ce rubbeno il lavoro".

Un'ideale risposta a queste proteste arrivava sere fa da "8 e 1/2" dove il Ministro Alfano prometteva ai cittadini, accigliato e forbito, di rendere più sicure le periferie. 
"Ma il problema" - gli rispondevo dal divano - "è renderle più vivibili, non più sicure! Più vivibili, Alfano!  V I V I B I L I !".
Una periferia con dei bar più accoglienti (magari #noslot), un bel campo giochi funzionante con annesso asilo nido, una biblioteca fornita e allegra... Poi una scuola ripulita, nei cui paraggi anche qualche albero, panchine dove sbaciucchiarsi, servizi e mezzi pubblici adeguati... 

Con la vivibilità, si attenuerebbero visibilmente i conflitti e si potrebbero disinnescare le intolleranze. 

"Altro che sicurezza, ronde e manganelli!" strepitavo inascoltata, mangiandomi il cuscino dove ero seduta. "VIVIBILITA'!".

Solo con la vivibilità anche i "fagiani verdi", o neri, sarebbero afoni.


(Vivibilità)









venerdì 21 novembre 2014

Ho dei libri!

Ho del riso
dei libri 
e persino del tabacco.
(Santoka 1882-1940)





Da oggi in poi, quando vorrò parlarvi di qualche libro che mi passa tra le mani e che mi colpisce, userò questo haiku come come sigla del post. Del resto, sono o no una... radiofonica?

Ho scoperto il "mistico drop-out" Taneda Santoka traducendolo, haiku dopo haiku, dall'inglese, perdendo ovviamente le assonanze e il ritmo giapponese dei tre ku, ma cercando di recuperare almeno lo "spirito" di questo maestro zen.
Sono risalita al suo diario, edito da una piccola casa editrice americana, e ho ricostruito, per chi mi segue, l'esistenza del monaco "in cammino" dagli occhiali tondi. Grande esperto di fallimenti umani (riuscì a far implodere in un colpo gli affari della piccola distilleria ereditata dal padre e il matrimonio) e della fatica della solitudine, l'alcolista pieno di rimorsi e il grande amante degli onsen e dei grilli (digita Santoka nell'archivio). 
E così, ho imparato a riconoscere e ad ammirare la sua fermezza - tratto insospettabile vista la sua storia - e la sua finezza letteraria, pur mediata dalla traduzione inglese. 
I piccoli mondi descritti in modo cristallino e il sentirsi così poco zen, così inadeguato...

Insomma, questa novità dello "haiku-sigla" per dirvi che oggi vi parlerò di un romanzo appena uscito. Anzi, NON vi parlerò di un romanzo appena uscito perchè non l'ho ancora letto. Ma a certi autori va la fiducia a priori. 
Vi saluto, passerò il mio weekend in ottima compagnia! Ho del riso, dei libri e persino del tabacco!


(Philip Roth, Santoka e... la radio, cliccando QUI!)














giovedì 20 novembre 2014

Eternit

Scuotiti o tomba!
La voce del mio lamento
il vento dell'autunno
(Bashō 1644-1694)



Dopo quaranta anni di ricostruzioni dei fatti, ieri si è chiuso il processo Eternit con una sentenza inaspettata: annullata la condanna all'industriale svizzero. 
I parenti delle "vittime", così ancora vogliamo chiamarle nonostante tutto, vedono sfumati i risarcimenti economici e morali. Da quello che capisco non c'è nessun colpevole. Ma può essere prescritto un reato del genere? 
Rimangono tremila morti.

Nord: "Eternit", nel cui nome già c'era un senso di tombale, di eterno.
Sud: "Terra dei fuochi", fuochi fatui e fiamme eterne
"Eternità", come per i processi in Italia.


("Le sette torri celesti". L'eternità secondo Anselm Kiefer )