martedì 25 novembre 2014

Sole, stelle e silenzio

Radioso splendore
del sole sulle pietre
che landa desolata
(Yosa Buson 1715-1783)





Alla luce del trepidante saluto all'astronauta Samantha Cristoforetti, a cui mi unisco, riflettevo sull'idea di spazio condivisa dai più, risultato, al massimo, di qualche film di fantascienza o cartone animato. 
Una claustrofobica navicella, omini col casco tipo boccia dei pesci rossi al rovescio, movimenti rallentati. Per pranzo, barrette al sapore di pasta al sugo o di bistecca e le posate che levitano dispettose in assenza di gravità. Fuori l'oblò, un fondale buio, non molto rassicurante in verità, scie luminose, pianeti lattiginosi, la "landa desolata" della luna con i suoi crateri, la terra azzurrina e la palla infuocata del sole. 
Sparso ovunque e infinito, un luccichio tipo quello della porporina sui presepi. 
Luca Parmitano ci ha già abituato a immagini riprese e fatteci arrivare da lui stesso direttamente sulla terra, e sui nostri smartphone, via social. Il triangolone dell'Africa, le costellazioni in presa diretta e comete fluttuanti che ci recapitava, non hanno mai tradito la nostra aspettativa bambina, modesto frutto di manga e tg.
Solo una cosa, purtroppo, nessun equipaggio spaziale potrà restituirci: il silenzio che si "sente" lassù.
Quella precisa sonorità di silenzio spaziale non riusciremo mai a capirla né a immaginarla. 
Quello strano e invincibile padre di tutti i silenzi. 
Quel silenzio tangibile e visibile che nessun astronauta riuscirà, purtroppo, mai a condividere neanche con un prodigioso tweet stellare.


(Galleria Arte Moderna di Roma. "Il sole" visto da Giuseppe Pellizza da Volpedo 110 anni fa) 




   












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