venerdì 29 aprile 2022

Ivano Ferrari

E’ fuggito un toro nero
erra sul cavalcavia
impaurendo il traffico,
lo rincorriamo
impugnando coltelli
bastoni elettrici e birre
corre si ferma torna
arrivano i carabinieri coi mitra,
ora è steso su un velo d’erba
e sussurra qualcosa alle mosche.
(Ivano Ferrari)

Mi dispiace molto di Ivano Ferrari, il poeta del dolore e della morte.
Sono stati la sua poetica, dolore e morte, la sua vita. 
La vita. Con Ferrari la poesia partecipa del suo mistero e della sua oscenità, e leggerlo una volta, anche una sola, significa non dimenticarlo più. 
Lo ricordo come dentro una foto, magari di quelle scattate da Giovanni Giovannetti, a Mantova nel casino di un festival. Sotto un sole bollente, in mezzo agli altri ma nascosto, in secondo piano, mi sorrideva. Oggi lo piango. Ma pensare che lui la strada la conosceva bene è la consolazione triste offerta al lettore dalla sua scrittura. Lo sentivo vicino, Ivano Ferrari, senza frequentarlo lo “sentivo” .
RIP poeta tenero e spietato, laconico e sarcastico. 

                                                        E il sole non fa più rumore.

2 commenti:

  1. Scusa Susanna,stavolta non è un commento, ma una preghiera che mi esce dal cuore...ma perché usare l'orribile acronimo Rip, che sa di lin guaggi giovanilistici da twitter, quando le parole intere Riposa in pace sono così lievi e affettuose?

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