giovedì 6 febbraio 2020

La canzone del reale


Il sonno
della ragione non genera
mostri, ma simboli
veridici dei mostri che in parte già siamo
noi
(Luca Canali)

Mi colpisce il tono fiero e antico di questi versi di un grande latinista scomparso, il rispecchiamento che evocano, lo smarrimento.
Ieri ho passato una buona giornata, produttiva e ricca, il nutrimento preso da chi ho incontrato, da quello che ho letto. 
A cena il telegiornale macinava le sue notizie stantìe, gli speaker riempivano i piatti dei telespettatori che si apprestavano alle cene domestiche con quel solito cibo politico nostrano, di seconda scelta, ripassato un po' in padella per dargli sapore ma, alla fine, niente di che. Dopo c'era Sanremo, in onda da quest'anno: la canzone del reale. L'Ariston ritma il tempo sulle battaglie civili, tutte, intorno la cornice della musica dal vivo con vecchi cantanti e giovani leoni dai capelli scolpiti. Guardo, canto e mi commuovo e ci finisco dentro senza capire più che mostro sono io.


(quello che siamo)

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