giovedì 2 novembre 2017

Feste e saké


Essendo ancora vivo,
vengo rimproverato
dai creditori!
(Shiki 1867-1902)


Ma povero Shiki, che mette il suo pezzetto di misera quotidianità dentro tre righe! 
Passare dal cosmo al dettaglio in un colpo è tipico dell'haiku e così, approfittando della suggestione della festa dedicata ai santi appena trascorsa, desidero festeggiare i miei poeti giapponesi individuando per ognuno di loro quello che nell'iconografia dei santi viene definito "attributo". Come per il giglio di s.Antonio, lo strumento musicale di s.Cecilia, come per gli occhi sul piatto di Lucia, ecco un elenchetto di oggetti che identificherebbero immediatamente in un dipinto, un elemento biografico caratteristico dei miei "non santi".
Qui non ci sono miracoli, né messe. E' il loro cammino esistenziale, poetico e soprattutto spirituale, nelle cose di tutti i giorni, il rito che tocca anche me, quaggiù.
Per Shiki scelgo i caki più maturi e dorati, frutto di cui era ghiotto e a cui dedicò l'ultimo haiku prima di morire e per Issa una tazza di tè, questo il significato del suo nome, simbolo di armonia con la natura. 
I fiori di ciliegio, i più rosa, per Momoko Kuroda, poetessa a noi contemporanea che un giorno mollò il suo lavoro di pubblicitaria per mettersi sulle tracce delle fioriture stagionali seguendo l'esempio di Bashō. 
Per il maestro dei maestri, vissuto a metà del diciassettesimo secolo e viaggiatore instancabile, uomo dallo scatto fulmineo che pare fosse stato un ninja, proprio un bashō (banano), ovvero l'albero che scelse per rappresentarsi nella sua vita di monaco zen. Una creatura stabile e che di certo non se ne va in giro di qua di là come al contrario Matsuo Bashō adorava fare.
Per il dolce Yosa Buson una tavolozza, per l'acido Akutagawa un fazzoletto per il naso, per Kaneko Tōta una bomba atomica, per Ryōkan un cuore da innamorato di quelli con la freccia che lo trafigge. 
Per Santōka, inutile dirlo, una bottiglia di sakè. E dei migliori.

(calendario)



2 commenti:

  1. Con i tuoi poeti giapponesi nei miei pensieri , sono andata in giro

    nelle ALPI , VADO SEMPRE IN QUESTO PERIODO PERCHE AMO L' AUTUNNO .
    Ho compreso che ci vuole tempo e una purezza che confina con la passivita' affinche' l'anima si impregni della bellezza della natura .
    Un abbraccio , Annunziata

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  2. E tu? Un libro anzi una radio. Anzi uno scooter! Allora, visto che si tratta di santità, le buche nelle strade di Roma. Ma ti tocca condividerla con parecchi, cosa che ti andrà benissimo, perché si capisce che aspiri a una santità comune.

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