Assenza,
più acuta presenza.
Vago pensier di te
vaghi ricordi
Turbano l’ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.
("Assenza" di Attilio Bertolucci)
La mia estate in città, al massimo, è fatta di arene per il cinema, e non di arenili.
Il mio paesaggio? I tramonti, urbani come le albe, lunghi e arancioni. Qualche occasione in saldo, dimenticata sugli scaffali mezzi vuoti. Le strade senza traffico con semafori sempre verdi, una goduria per il mio motorino.
Un gelato come piatto tipico e la mia casa che ronza per il ventilatore.
Le cicale cantano all'unisono e sembrano una sola, gigantesca, e che mi segue. Le foglie degli olmi resistenti al misterioso fungo ammorbante scrocchiano sotto le suole. In alto pappagalli saettano nel cielo violetto dell'aperitivo, una micro flotta aerea in picchiata verso la base.
Io sono qui a gustarmi l'assenza di vacanza e un prosecco, da sotto il platano più gagliardo del quartiere.
I miei migliori amici sono lontanissimi, in Oriente, in India...
Guardo le loro foto sul cellulare. Mi inviano elefanti veri visti vicino vicino, enormi foglie umide, pezzi di mare dietro capanne di legno. Conchiglie come radici, un laghetto che pare riempito di neon fuso. Carezze che arrivano da laggiù.
Stasera mi sembra tutto così lontano.
(merlo indiano) |
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