Spacca la melagrana
e scarta la scorza che allappa
tinge di nero le dita
e smorza i bottoni delle papille
schiaccia e succhia la frescura rubina
i grani della vita
sono di grana fina
e se ne apprezza il sapore
con forte dentatura
rinegozia l’esistenza
e restituisci al corpo il suo sudore
il suo ardore
non lasciare
che a fare da mantice al fuoco
resti sola e senza fiato
poi che opprime il costato
corri all’arca del mare
a scovare la ricchezza del corpo desviato
e placare il rimorso della siccità
nell’onda che s’azzuffa e si bacia e t’inonda
schiumando di fierezza
("Spacca la melagrana" di Jolanda Insana)
Come un arca del mare.
Come una ninna nanna funebre per un bambino senza vita. Come un presepe dove non nasce nessuno, un presepe all'incontrario.
Nell’onda che s’azzuffa e si bacia e t’inonda tra le seicentosettantatre persone sbarcate a Pozzallo, in Sicilia, il corpicino di un neonato. (notizia QUI).
Come un arca del mare.
Come una ninna nanna funebre per un bambino senza vita. Come un presepe dove non nasce nessuno, un presepe all'incontrario.
Nell’onda che s’azzuffa e si bacia e t’inonda tra le seicentosettantatre persone sbarcate a Pozzallo, in Sicilia, il corpicino di un neonato. (notizia QUI).
(Agave morente) |
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