(Emily Dickinson)
Ti prendo alle lettera, cara Emily, e penso ai mille viaggi che ho fatto "per" i libri.
Trasferte, fiere, saloni. Presentazioni. E viaggi per amore, i più euforici.
E ho conosciuto organizzatori, curatori e direttori editoriali, di collane e di giornali. Uffici stampa, uffici accrediti, ho fatto pass, ho raggiunto stand, sbagliato desk. Alloggiato in foresterie di lontani istituti culturali, mangiato cose esotiche e comprato souvenir. Ho conosciuto lettori, non lettori, lettori forti e con loro scrittori veri, mezzi scrittori, scrittori al tornio del solitissimo investigatore. Grandi editori, piccoli editori, medi editori. Manager rampanti e vecchi leoni. Critici, criticoni e organizzatori di premi. Giornalisti-scrittori, medici-scrittori e cuochi-scrittori. Autori che sembravano così e invece erano colí, autrici comprese, poeti incompresi e sbancatori di classifiche.
Sono felice, Emily, della mia vita fino a oggi in mezzo ai libri e, sempre con la bussola della lettura tra le mani, continuo il mio viaggio tra le persone che li fanno.
(Viaggio) |
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