venerdì 24 marzo 2017

Sex


Dormiva. Ps... ps... Cristo santo, senti
come cresce! ... Si avvia un lungo toccare.
Cresce e non può aspettare... Poi lenti
baci e tenaci... e baciare a baciare
incìta... a meglio amarti, non lo senti?
non puoi lasciarlo fuori... poi in un mare
di umori, di sogni solari o chiusi,
avviticchiati, agglutinati, fusi.
(Patrizia Valduga da "Medicamenta")


Il disabile ha bisogno di amare e di essere amato, di sogni solari o chiusi e, esattamente come tutti noi che non abbiamo ancora fatto pace con le nostre pulsioni, ha bisogno anche di sesso.

Perché il sesso è vitale, è naturale, e andrebbe vissuto anche se per noi non c'è la fila o se non abbiamo la fortuna di un corpo mozzafiato o di una testa con tutti gli ingranaggi che girano come devono. 
E chi è libero dalle catene della disabilità ha l'obbligo di pensarci, ha l'obbligo di trovare soluzioni possibili non degradanti per i familiari, non punitive per chi, semplicemente, desidera con tutto se stesso un rapporto sessuale.
Per riflettere su una questione che ipocritamente rimuoviamo e che invece è lì, davanti i nostri occhi, e che pulsa e non può aspettare, vi invito a leggere questo bell'articolo apparso sul quotidiano La Stampa qualche giorno fa (clicca QUI).

(Uccello)




  


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