martedì 7 marzo 2017

8 marzo


La danza delle ore, le stagioni
che in catena si danno la mano.
Io, primavera, mi allaccio al tuo autunno,
il mio autunno alla tua primavera.

Anche gli inverni sono i nostri
natalizi cristalli di champagne.
Anni fa, ricordi? Al tuo paese,
la neve su foreste di germogli.
(Maria Luisa Spaziani "La traversata dell'oasi")


Entro in un negozio fatto di stanze una dentro l'altra, di specchi vecchiotti molati ad arte e appesi sulle pareti bianche. Tanti vestiti colorati sotto luci soffuse, una vera primavera ritagliata e cucita, fatta di colpi di luce e di seta, seducente e ordinata su stampelline foderate in tinta.
Mi aggiro, accarezzo, estraggo, soppeso, ripongo.
"No, non va proprio..."  una voce mesta sospira da una zona più nascosta, un camerino ricavato nei drappeggi che scendono dal soffitto. Sbircio. Vedo una sedia, una manica che penzola dalla spalliera, per terra una borsa.
"Non va... peccato"
Signora che non conosco, infagottata in tutti quei troppi mazzi fioriti riflessi nello specchio, la stoffa non cede e non cederà e le pieghe non ce la fanno e tutti quei boccioli bianchi, azzurrini e pervinca su fondo verde acqua si stanno contorcendo e non te la perdonano quella tua pancia, loro, così vezzosi e morbidi, sappi, signora fiorita, che, per un momento, esattamente quello che precedeva lo strappo facendoti desistere e sfilare veloce l'abito di dosso, ti ho voluto un gran bene. 
E quando ti sei rigirata su te stessa e poi sei sparita dietro la tenda, un gambaletto si è allentato, e ti sei aggiustata i capelli piegando in su le braccia come fai sempre per cambiare argomento, abbassando il mento sul collo, mi hai fatto una tenerezza infinita.
E quando alla giovane commessa dal ciuffetto fuxia e dal colorito di perla, la vedo che ti sta cercando qualcosa da proporti in alternativa, hai confessato, con l'ultimo refolo di vanità rimasto - vi ascoltavo, sì, un po' spiavo - "...sa, volevo una cosa un po' giovane. Ho settant'anni" e lei, la perla, ha proferito quel vellutato "Ma signora se li porta da dio", ecco, sì, sarei uscita dal mio nascondiglio, solo per dirti:
Signora fiorita, è proprio vero, te li porti da dio! E ti fai amare ancora.     
La danza delle ore, le stagioni...

(Un pochino di primavera)




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