lunedì 5 dicembre 2016

Oggi

Sotto la stella del mattino
piccola eco in una teiera di ottone
il canto di un cuculo
(Akutagawa 1892-1927)

Colazione. Oggi Mentana mi ha portato i cornetti. Ha fatto nottata, è ancora in giro, adrenalinico, aspetta le primarie, altre elezioni... Cornetti e maritozzi, sta a mille.
Io, no. Sono calma. Aspetto che la macchinetta del caffè faccia il suo solito lavoro, ho acceso la radio... una solitissima mattina come le altre. I giornali? Le notizie? No grazie. So già tutto. Un po' di musica, un po' di Max Pezzali per le mie orecchie.
Non sono su di giri, io, per niente. Anzi, sto rilassata. Rilassatissima. 
Da oggi infatti non dovrò più difendere Renzi, che neanche conoscevo, non passerò più per "renziana" io che odio i personalismi, posso finalmente dire che la Boschi mi sembrava una preparata e in gamba, senza passare, come è stato detto recentemente in ascensore da un collega che pensava votassi NO, senza passare, dicevo, per una vecchia fascista di quelle che difendono i loro interessi e per questo li votano.
Non ho interessi da difendere e non sono fascista, tranquilli, io sto serena. Non esulto, non faccio nulla, non seguo Casapound o Meloni o Salvini, io. Non lo farò mai, per costituzione.
Posso finalmente rilassarmi e aggiungere apaticamente: fate voi.


(grazie, SÌ, ancora caffè)



3 commenti:

  1. Mi sono sentita anch'io così stamattina. Fate voi. Sfogliando il tuo bel libro, sto imparando.

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  2. Sono un vittorioso del no, ma dico subito senza grandi entusiasmi per l'esito, niente vessilli sventolanti o balli in piazza.
    Non mi convinceva la riforma e basta (con molti dubbi, ovviamente, sui "compagni" di voto). Anch'io, quindi, rilassato... forse perché invecchio prendo un pò le distanze (ma non è senso di superiorità, anzi ne ricavo qualche senso di colpa). Non mi piace invece il concetto di "antipolitica", non mi ci riconosco...
    Ho finito di leggere Haiku e Sake, centellinato parola per parola perché non volevo che finisse... be' è stata una gioia!
    Santōka girava per il Paese, in mezzo alla gente, Han Shan invece, 1100 anni prima, in piena epoca T'ang, saliva con la sua famiglia sulla Montagna Fredda (da essa il suo nome) per vivere vicino alle nuvole... mah, sono forzature naturalmente, ma mi piace pensare che sarebbero stati amici e che Santōka qualche volta sarebbe salito a portargli una fiaschetta per alleviare il freddo e a scambiare due chiacchiere:

    Se sali per la via della Montagna Fredda,
    la strada della Montagna Fredda non ha fine,
    lunghi burroni pietrosi, pietre su pietre,
    torrenti montani folti folti d'erba,
    muschio scivoloso anche senza pioggia,
    pini che mormorano eppure non c'è vento,
    chi può staccarsi dalle cose del mondo
    e sedersi con me tra le nuvole bianche?

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  3. Ah, ho dimenticato: un caro saluto dalle Terre del Nord...

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