domenica 9 ottobre 2016

Una domenica

Sembra risuonino 
anche le campane
frinire di cicale

(Bashō 1644-1694)



Una dozzina di anni fa finiva un periodo faticoso, una di quelle onde anomale che ogni tanto travolgono la vita ma mi sentivo meglio, rifiorivo piano piano. Passeggiando per il centro metto gli occhi su una spilletta che mi guardava da una vetrina. Cosa da poco, ma era proprio la "mia" spilla. Una cicala di plastica, vecchiotta, anni sessanta. Fascino immediato a prezzo contenuto. 
In un attimo entro, compro e attacco al bavero. E in attimo la eleggo mio portafortuna ufficiale.
Passano gli anni, alti e bassi, solitissime cose che capitano a tutti, arriviamo a maggio 2014. Ricordo bene la data perché tornavo dal Salone del Libro di Torino in treno. Caldo di primavera inoltrata, trolley, giacche, giornali e libri, mi siedo, mi alzo, metto la presa per iphone, insomma... la cicala si stacca e la perdo. Me ne accorgo a casa e in un flash la rivedo per terra, credo anche di aver risentito mentalmente il suo toc sul pavimento del treno. 
E va bene, pensavo, è andata cosi'. Pazienza. 
Una mattina di domenica, ma di un anno dopo, siamo a maggio del 2015, e dodici anni dopo quell'acquisto, mi sveglio con il pensiero di andare al mercatino di piccolo antiquariato di piazza Augusto Imperatore a Roma. Fin qui niente di strano. Ma se dicessi che l'idea che mi fa scendere dal letto è quella di poter ritrovare la spilla-cicala? 

Inizio il mio giro tra le bancarelle, sbircio, soppeso, osservo e ripongo oggetti e oggettini, "Avete spille vecchiotte, magari a forma di insetto?"  
"E questa le piace?" 
Mi mostra un cicalone bruttissimo, stilizzato, e poi non era "quella" spilla, io volevo la "mia" cicala. Continuo ad aggirarmi per il mercatino quando vedo un signore elegantissimo con le ghette, un completo lilla, i capelli grigi raccolti in un codino, intento nella scelta di alcune cartoline. Luigi Ontani, grande artista, grande tableau vivant di se stesso. Sontuosamente perfetto in ogni dettaglio.
"Belle le cartoline che guarda, maestro. E molto divertente scegliere qualcosa al suo fianco"
"Conosce l'arte?" mi  chiede.
"Mmmm. Tutta tutta direi di no, ma il suo lavoro sì. Che piacere conoscerla!" Stava pure guardando vecchie cartoline giapponesi...
E iniziamo a chiacchierare su India, mercatini e carte fatte a mano. 
Dalla sua sporta di seta - Ontani può girare solo con una una sporta di seta profumata di incenso - tira fuori un suo piccolo quaderno di artista. Ci scrive su una dedica con un pennarellone d'oro, anche lui custodito nella sporta di cui sopra, e me lo porge.
Prendo il librino, confusa e felicissima. È una minuscola antologia delle
sue foto famose dove lui posa in varie fogge e sulla cui copertina mi ha scritto, ghirigorando, "susanna" e "arte". 
In giro la domenica mattina per un mercatino di antiquariato con Luigi Ontani, uno dei più grandi artisti contemporanei
E pensavo a un sacco di cose. Al lavoro su se stesso lungo tutta una vita, modello, ispiratore e soggetto stesso della sua arte. A quanto sia sofisticato e semplice insieme, conturbante e ironico. Osservavo da vicino il suo profilo, i capelli ora bianchi e raccolti che rimarranno, grazie al gesto artistico, lunghi e bruni come quelli di un giovane san Sebastiano di Guido Reni. 
Questo artista un po' Shiva, un po' Genji principe splendente e un po' Pinocchio, capace di trasformare cartapesta, vetro e legno in pietre preziose e rendere una maschera persona e persona una maschera. Un bell'incontro, non ci sono dubbi. 

Tornando verso il motorino mi ripetevo quanto è bella Roma la domenica mattina, e quanto è bello viverci e che, alla fine, questi incontri, ma dove sono mai possibili se non qui?
"Desidera qualcosa?" mi chiede una signora da dietro un piccolo stand tremolante di mille chincaglierie.
"Solo un'occhiata, grazie"
E che vedo? In mezzo a tante spille, la "mia" cicala. Ovviamente di un altro colore, più marroncina e meno verde, ma era "quella". 




3 commenti:

  1. Meno male, ho letto tutto l'articolo con l'ansia a mille, temendo che alla fine ti saresti accontentata dell'incontro, senza ritrovare la cicala!

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  2. una storia meravigliosa. E mi aspettavo la sorpresa finale. Ci sono giornate che nascono dritte!

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