venerdì 21 ottobre 2016

Mito Assoluto

Vecchia casa -
quando i fiori di mandarino
profumano
(Santōka 1882-1940)

"Quarantotto euro???"
"Sì, quarantotto."
"Ma rischio di perdere pure l'aereo. Certo, per un bagaglio a mano, mi sembra proprio tanto... E poi il disservizio era vostro, dal sito non era possibile... Ok, ok, ma lasciamo perdere. Ecco il bancomat, prego"
Seguo la scena del mio "collega di sfighe da imbarco". Sono all'aeroporto di Catania, pronta alla partenza già da un paio d'ore visto che sono arrivata molto prima per comprare la cassata. Mentalmente faccio i calcoli: non riuscirò mai a raggiungere per tempo la pasticceria vicina all'imbarco, l'aereo sta quasi partendo e sono ancora in fila, ora un'altra, perché il mio biglietto mi dicono non risultare. E in questa fila, più corta ma sempre di tipo tondo, smussata affinché ci si possa superare e/o partecipare attivamente dei casini degli altri con consigli e faccette, conoscerò "Mito Assoluto" (non sapevo ancora che il ragazzo che garbatamente protestava con la receptionist sui quarantotto euro, l'avrei chiamato così).
Entrambi dicevo, Mito Assoluto ed io, stavamo rischiando di perdere il volo per Roma. 
Finalmente lui risolve e io risolvo e, tra penali e cavoli vari, ci ritroviamo, nuovamente in fila, questa volta chilometrica, per l'imbarco. Che fortuna, penso, un altro quarto d'ora di ritardo!!! La fila, che definirei adesso a tortiglione, mi rassicura ancora di più dello schermo degli avvisi: c'è tutto il tempo anche per comprare la cassata!
Mi tiene il posto? Ormai ci riconosciamo, siamo tra parenti. 
In fila, in Italia, ci si sente, almeno per qualche ora, uniti per sempre: ciao signora rumena che non riuscivi a leggere il biglietto e sapevi d'aglio, sei tu, ti riconosco. Ciao ciao ragazzi catanesi con le magliette aderenti e il cellulare furioso, anche ciao a te, signore un po' antico con il pizzetto (ma forse avrai la mia età) che volevi aiutarmi al web check-in che mi risputava i miei dati, e che mi rispondi con il tuo di ciao ciao, sembri proprio sollevato nel vedermi quaggiù, alla fine del tortiglione che, impavido, guidi dalla tua prima posizione. Ciao signore cinese con bagaglio gigantesco incellofanato sui cui troneggia la bambina con pipì urgente, ciao! 

Arrivati in fondo, io con cassata e Mito trascinando il suo dispendioso trolley, eccoci al bus che ci dovrebbe portare alla scaletta dell'aereo. Ma rimaniamo fuori un'altra volta: siamo troppi, dobbiamo aspettarne un altro.
"Bene!" lo guardo "uniti fino all'ultimo contrattempo".
"E già. E per me continuerà" mi dice spostandosi il ciuffo chiaro che gli andava sulle lenti degli occhiali. Ha gli occhi azzurri, Mito, dolci. E una camicia verde, stirata, su pantaloni beige. Mitezza fatta persona, Mito. 
"In che senso, continuerà?" 
"Arrivo a Roma e vado a Milano, prendo la coincidenza (qui scatta il segno della croce per tutti quelli che erano con noi e lo ascoltavano come me) e stanotte dormo lì. Ma non so per quanto tempo dovrò rimanere a Milano. Faccio il supplente."
"Di quale materia?" lo guardo, mentre stava diventando Mito e alzava un po' le sopracciglia da sotto le lenti.
"Fisica. La titolare è malata, non si sa quando guarisce e per ora ci sarei io" continua pacatamente "poi vedremo..."
Mito e i suoi puntini di sospensione dove c'è tutto quello che mi ha raccontato sotto il sole in attesa di partire: il motel dove dormirà oggi e domani  e che ha prenotato, il fatto di cercarsi un alloggio perché a Milano si figuri, signora, quanto costa. Che ha preso un altro aereo e non uno diretto per risparmiare, e che non è di Catania ma di Caltanissetta (altro treno, altra sveglia, altri ritardi, altri chilometri), che qui fa caldo e lì chissà che freddo, che ha venticinque anni e i suoi allievi ne avranno sì e no quindici (Mito, ma sembri loro coetaneo, penso, ti vorrei abbracciare, a te, al trolley, alla fatica che ti aspetta e che sembri non sentire) ma Mito mi sorprende ancora. Di "fisici edili", come sono io, continua scostandosi di nuovo il ciuffo, c'è richiesta. Ci rimetterò seicento euro, temo, ma magari un punto in graduatoria lo ottengo. Altrimenti? Altrimenti ricomincio. Bisogna muoversi, non stare fermi. Ho fiducia, sono esperienze, no? Anche di vita...
Altri puntini.
Mi sorride.

In bocca al lupo "Mito Assoluto", faccio il tifo per te! Anzi stasera, che brinderò con una fetta di cassata, gli dico, lo farò in tuo onore.
E Mito: la cassata dell'aeroporto? Vabbè, sarà buona lo stesso...


(Catania- Università degli Studi)



   
    

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