sotto il banano
tremava
(Takarai Kikaku 1661-1707)
Questo haiku mi piace perché racconta una piccola storia. Una ranocchietta - ritorna l'immagine zen di ieri - un temporale, un rifugio insperato.
Con originale dolcezza esprime il concetto di "protezione" restituendogli il significato primo, quello puro e toccante. Se lo rileggiamo in questa chiave ecco che l'immagine protettiva del banano prevale su quella della rana tremante.
"Protezione".
Per troppi anni l'abbiamo associata meccanicamente a una difesa di tipo egoistico, a un cancello chiuso. Un concetto che nel tempo abbiamo usurato a vantaggio di un nuovo carattere, prensile e di mera difesa. Quel brandire la "protezione delle nostre città e la loro sicurezza", quel "voglio sentirmi protetto a casa mia" eccetera eccetera eccetera.
Pausa. Fermiamoci. Silenzio.
Osserviamo questo movimento naturale del banano sotto la pioggia, l'incurvarsi protettivo su un piccolo essere indifeso. E non che la pianta sia poi così più invincibile! Radicata al suolo com'è, forzatamente immobile, basta un fulmine improvviso di quella stessa tempesta per distruggerla. Per sradicarla.
Un haiku come dedica ai gesti protettivi. Quello del fidanzato di Valentina Solesin, di cui oggi si celebra il funerale civile a Venezia, dei suoi genitori che, nonostante il dolore, proteggono il significato di "società civile".
Va a qualsiasi vulnerabile essere umano che protegga qualcuno che trema con lui.
(Venezia dopo la pioggia) |
Nessun commento:
Posta un commento