in mezzo ai libri stranieri
petali di fiori di ciliegio seccati
(Shiki 1867-1902)
Ho sempre pensato che gli ascoltatori di Radio3 siano da considerarsi "patrimonio dell'umanità". Cito per tutti, quelli di Primapagina per il tratto e la competenza e anche per quella loro voce che, a volte, impercettibilmente si rompe quando toccano temi importanti per la comunità civile. Per me ogni mattina sono i portavoce ufficiali di un'Italia possibile.
Poi c'è, amata ma temutissima dai conduttori, e vado al punto, la categoria degli ascoltatori caratterizzata dalla devozione totale nei confronti della lingua italiana. Veri correttori automatici in persona, sono gli immediati e inesorabili evidenziatori giallo-neon dei maledetti strafalcioni da diretta.
Per il loro palato raffinato - e vorace! - si offre questo "Comunque anche Leopardi diceva le parolacce" (Mondadori) brillante saggio di Giuseppe Antonelli, linguista e conduttore de "La lingua batte" su Radio3.
In modo colto e divertente Antonelli offre una visione sulla lingua laica e aperta. Nell'italiano ben vengano novità e movimento, dice l'autore. Neologismi e contaminazioni che ne garantiscano vivacità e ricchezza. E scoprendo parolacce in Dante e in Leopardi, e la tendenza dei cinesi a non sopportare gli anglismi quasi quanto alcuni ascoltatori di Radio3, continuo la mia lettura su parole vecchie e nuove.
Antonelli ragiona su una tesi di fondo molto semplice: sfruttare le occasioni che il presente offre. Invece di rimpiangere il passato, ci dice, sarebbe il caso di considerare la grammatica non come l'amato libro su cui abbiamo studiato - e che ora giace polveroso in cantina - ma come un propulsore verso una conoscenza aggiornata e puntuale. E che non serba le parole come fossero "petali di fiori di ciliegio seccati".
Nell'epoca di Internet vale anche un "e-taliano", continua, non lingua depauperata ma arricchita, strutturata e solida senza rigidità.
Una bella sfida, quella che immagina questo saggio ricco di documenti, citazioni e curiosità e che analizza l'uso della lingua senza demonizzazioni o sterili nostalgie.
(P a r o l e . P a s s a n d o d a v a n t i a u n a v e t r i n a . R o m a ) |
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