venerdì 25 luglio 2014

Libro in valigia

Sul monte Yoshino
ti  mostrerò i ciliegi-
o cappello di tuia
(Matsuo Basho 1644-1694)


Nella consueta brevità di uno haiku eccoci mostrate bellezza (ciliegio) e utilità (tuia) del mondo vegetale in soli tre versi.
La valigia dei libri da portare in vacanza si riempie e oltre ai romanzi di Carlo D'Amicis (QUI) e di Luca Rastello (QUI) aggiungo "L'Italia è un bosco" di Tiziano Fratus, saggio istruttivo e appassionato sugli alberi, edito ora da Laterza.



Ricco di rimandi scientifici e letterari, ci apre mondi sconosciuti ma tutti a portata di mano. 
Tiziano Fratus (nome che sembra uscito da un erbario) cita anche Matsuo Basho - l'elenco va da Bruce Chatwin a Mario Rigoni Stern passando da artisti come Giuseppe Penone - tra coloro che hanno individuato nell'osservazione della natura "un gesto lineare, geometrico, che sgrassa". E come lo sento mio questo "sgrassa" che enfatizza quell'azione depurativa propria dell'osservazione di un tronco o di un ramo anche da sotto il casco, in mezzo al caos del traffico!
Leggendo, ritrovo Roma e il suo lungotevere di platani, a me così familiari, raccontati da Fratus nelle loro caratteristiche scientificamente solenni, ricordo i tassi di Villa Manin visti una volta anni fa senza "vederli", scopro sequoie a Merano, boschi come "antidoto al dolore", foreste "primarie" e castagni monumentali. Passo da Torino, Milano, Padova attraversando bambuseti e intrufolandomi nelle serre, umide e goticheggianti, di orti botanici famosi. Mi fermo per una sosta a Zocca "patria di Vasco Rossi e dei borlenghi"  dove c'è un albero di quattro metri di diametro e a Villa Massargia, in Sardegna, dove vive quella che l'autore chiama "la Monna Lisa della Sardegna". 
Immagino calocedri a forma piramidale, aceri argentati, pioppi neri e pioppi bianchi, abeti rossi, bagolari stregoneschi, paulonie monumentali (il legno del koto!), cipressi di palude e magnolie urbane.
Le divagazioni delle lettere si alternano alle certezze della scienza e gli itinerari che ci invita a percorrere non ammiccano mai a quell'ecologismo patinato e un po' stucchevole di certe guide verdi. La cifra di Fratus rimane lo sguardo scientifico e empatico, veloce tra rimandi e suggestioni. 
E, sottesa, si individua anche una cifra politica. Se l'Italia fosse un bosco conoscerebbe la bellezza, dice Fratus, ma soprattutto i concetti di cooperazione ed equilibrio imparando da un ecosistema dove tutto ha senso e ruolo. Dove la funzione dell'uno è utile a quella dell'altro. 
È diventa faticoso chiudere il libro, uscire dal bosco di Fratus e tornare nei nostri miseri gineprai di soprusi e burocrazia.






  

2 commenti: