venerdì 31 ottobre 2014

Allegri ragazzi morti

All'improvviso
appare un lampo:
paura della morte.
(Issa 1763-1827)




Esiste - ma è il caso di usare proprio il verbo 'esistere'? - una piccola galleria di semi-divinità giapponesi legate al mondo dei morti di totale secondo piano, micro spiriti in perenne sospensione tra il qua e il là, che non riescono a trovare la quiete definitiva ma che su di me hanno da sempre un fascino particolare. 
Si tratta degli spiriti dei bambini mai nati (mizuko), di coloro che muoiono senza discendenza (muenbotoke) e dei morti vendicativi (goryo) e svolazzano, incerti sulla loro collocazione definitiva, nell'immaginario giapponese da secoli. 
A questi spiritelli inquieti e un francamente po' sfigati, e anche un po' buffi perchè ci riportano alle faccette dei cartoni animati con gli occhi a crocetta, sembra essersi ispirato Davide Toffolo, leader della band indie-rock Tre Allegri Ragazzi Morti. 





Non guardarmi cosi perchè ho quindici aaaanni/ non ho avuto il tempo di diventare rockstar/ 
in Italia i tempi sono elefantiiii/ chi ce la fa non ascolta la mia muuusica.

Non guardarmi così perchè ho quindici anni/ Sono io quello di cui parla la tv:/

dissotterrato dal giardino dopo quasi ventaaaaannii/ riconosciuto dai denti e dai capelli bluuu.


(clicca e ascolta la mia preferita)

Sono andata a vedere Musical Lo Fi (vedi date qui) in un teatro romano qualche giorno fa perchè solo con Toffolo è possibile entrare in quel mondo introflesso e un po' emo, fatto di sbuffi, incertezze e lacrime improvvise, che va dai quindici ai diciotto anni. 
Ci sono entrata. 
Spirito non visto, ho spiato da vicino lo spettacolo del diventare grandi: l'amico del cuore, il concerto da raggiungere, il sesso da capire. L'amore. La vita e la morte. La mancanza assoluta di sfumature. Le paure e i complessi. 
E sono tornata la quindicenne contro gli adulti, i veri morti viventi che non capiscono niente. 
Meglio chiudersi dentro la camera, cuffie a palla. Meglio morire. E fare del teschio, tatuato, stilizzato, disegnato sul diario, indossato sulla maglietta o sulla maschera della band che adoriamo, il brand della sopravvivenza. L'icona della mia vita.
Davide Toffolo concentra quel buco nero invisibile, che comprende tutti i giorni che dura l'adolescenza di ognuno, nei soli quattro minuti di una canzone  . 
E canta e disegna quel non esserci ancora, o non del tutto. Dolcemente ci parla di esseri ancora a metà, di piccole anime perse sospese tra i bambini e gli adulti. 

Alle anime perse, dovremmo dare un tetto/ai corpi senza pace offro il mio letto/di storie come questa ne ho da raccontare/che questa notte nera faremo passare
  

Nello spettacolo la trovata di Toffolo nella parte di se stesso che osserva la scena da fuori, come da un aldilà atemporale ma a portata di ricordo, rockstar un po' invecchiata e un po' ingrassata, è "la" trovata. Fa da specchio alla sua cover in scena, ci canta un po' insieme e osserva il suo pubblico in silenzio, lo stesso pubblico quindicenne da venti anni.
Ed è sempre per un gioco di specchi che ci regala canzoni struggenti, romanzi in forma di graphic, schizzi autobiografici cantati o a china. Ci cade dentro e ne spunta fuori con quel suo sguardo malinconico e matto sulle cose che mi piace e mi conquista. 
Un po' yokai, un po' Alice. 


E allora anche io, insieme a lui, voglio festeggiare la vita parlando di morte. 
Succede con il "lampo" nello haiku di oggi, succederà per chi festeggerà stanotte Halloween, succede nel malinconico mondo di tutti gli allegri ragazzi morti che, sparsi nelle loro camerette, aspettano di diventare adulti da tantissimi anni. 

Dedicato a chi nel 1979 aveva 15 anni e oggi 17. 


(clicca per il video LIS)









Esce in questi giorni, in occasione dei venti anni della band, "Tre allegri ragazzi morti" edito da Rizzoli Lizard. Aggiungo di andarvi a ripescare di Davide Toffolo "Graphic Novel is dead", sempre per lo stesso editore, e di farvi un giro in rete sulle tante cose che fa.    






giovedì 30 ottobre 2014

Scontri a colori

Come un braccio troppo allungato
e stanco - il fumo rosso-scuro
dell'acciaieria.
(Kaneko Tōta 1919-2012)




L'acciaieria Thyssen Krupp, che conta circa 2500 dipendenti, vuole metterne 237 in mobilità. 
Ieri pomeriggio scontri violenti durante una manifestazione a Roma. Cinque feriti tra operai e sindacalisti (notizia qui) e manganellate che volano non solo in piazza ma anche tra Pd e sindacato.

Kaneko Tōta, autore di questi versi, è un poeta giapponese contemporaneo che, laureatosi in economia, ha lavorato per anni come bancario. I suoi versi, più "sociali" e politici rispetto ad altri poeti, sono quelli a cui attingo per commentare notizie come questa. 
Non credo a svolte violente del governo, come si vocifera su qualche giornale, ci vogliono indagini precise su questo, ma rimane un episodio preoccupante e deprimente.
Aggiungo questo altro suo haiku, surrale e blu come il pomeriggio di ieri.
Non è splendido?

I pruni sono in boccio -
ovunque nel mio giardino
sono arrivati squali blu.


(Roma Macro Testaccio Big bamboo. Blu)











mercoledì 29 ottobre 2014

Ai mangiatori di cachi

Il caco maturo
nel quale affondo i denti
cola sulla mia barba
(Shiki 1863-1902)




Di Shiki ho parlato più volte. Il monaco che discendeva da una famiglia di samurai e che aveva ereditato la forza dei guerrieri suoi avi e riusciva a piegare l'acciaio della malattia (leggi la storia)Il fine intellettuale conoscitore del cinese, lo studioso di filosofia, il corrispondente di guerra per un giornale, il primo riformatore moderno dello haiku come è oggi inteso. 

Una raccolta di poemi
due cachi
tardi nella notte d'inverno

Rigoroso nella vita come nello studio. Semplicemente "un grande" che, nel mio strano olimpo popolato dai monaci zen che via via conosco sempre un po' meglio, collocherei in alto, in un posto sacro. Shiki è quello a cui rivolgerei preghiere, se ne avessi. Mentre con Issa vorrei passeggiare, con Ryōkan giocare, con Santoka ascoltare i grilli... 
Tornando a Shiki, con il post di oggi rimedio a non aver un po' più diffusamente ricordato la sua unica debolezza: la golosità per i cachi.

Mordendo un caco
suona la campana
del tempio di Hōryū-ji

Facendo la spesa sono incappata nei primi della stagione, troppo duri ma splendidi anche solo da guardare, e che dedico a lui. 
E omaggio così le debolezze umane che ci rendono unici e meravigliosamente imperfetti, indimenticabili piccole divinità per coloro che ci pensano o ci pregano.

Un mangiatore di cachi
che amava gli haiku
così bisognerà ricordarsi di me

(Shiki)






  

martedì 28 ottobre 2014

Buona giornata!

Nemmeno una nuvola
mi tolgo
il cappello di bambù
(Santoka 1882-1940)



Inizio la mia giornata ascoltando, dalla trasmissione Radio3Mondo, che la Primavera araba ha realizzato uno dei suoi sogni: la svolta laica della Tunisia.
Oggi, ben cinque anni dopo la Rivolta dei Gelsomini e nonostante siano molti i giovani tunisini che oggi fiancheggiano il califfato dell'Is, gli exit poll confermano la vittoria di Nidaa Tounes sul partito islamico Ennahdha. 
Alle urne il 60% della popolazione con elezioni pacifiche e ordinate.
Anche se solo per uno Stato, almeno un sogno di quella Primavera oggi si è realizzato!

Respiro l'aria fresca della mia mattina tornata primaverile, "nemmeno una nuvola", mentre la moka fa il suo lavoro. Buona giornata!















lunedì 27 ottobre 2014

Vorrei scendere

E dentro agli occhi
formiche formiche formiche
formiche formiche
(Kakio Tomizawa 1902-1962)



Eccone un'altra! Mi riferisco a quel tipo di notizia che ti fa sgranare gli occhi, quella che ti rileggi per capire... se hai capito bene. Quella da "formiche" nelle pupille.
"Bus separati per i Rom?" - penso tra me e me - "Quindi i casini accadono non solo sugli autobus romani (post QUI) ma anche nella periferia torinese...".
Continuo nella lettura della notizia (qui) e capisco che, poichè i borseggi erano troppi, la società dei trasporti del comune di Borgaro che fa? Decide di saltare la fermata nei pressi del campo Rom, da dove passava, sdoppiandola: d'ora in avanti ci saranno un autobus che salta la fermata e che sarà frequentato da cittadini non rom e integrati, e un altro autobus che sarà esclusivamente per "loro".
Gran trovata. Nel mondo delle soluzioni possibili, proprio questa? Dove finiscono esempio, integrazione, eventuali (e sacrosante) sanzioni? Dove finiscono convivenza, condivisione, tolleranza? Ai margini, nei ghetti o nelle discariche della cosiddetta "società civile".

Vorrei scendere.


(Interno senza titolo #)



Questo lavoro dell'artista Lucia Veronesi (guarda il sito), che da tempo lavora sul tema dell'accumulo, mi sembra la perfetta didascalia fotografica al post di oggi. Veronesi usa la tecnica del collage, sperimenta pittura e video arte e ha ideato una serie di wunderkammern dove, con minuscoli ritagli di riviste e giornali, ricrea disorientamento e disordine in una personale  "cattività".
Una serie di piccole, e portatili, discariche affettive che vi invito a conoscere.