lunedì 12 agosto 2019

Le vacanze del Presidente

Con una lanterna
appesa a un pino
lavo i panni
(Issa 1763-1827)

Quanto mi piace questo haiku che sa un po' di campeggio, d'estate, di vacanze tranquille.

C'è una parte del litorale romano off limits che si chiama "Spiaggia del Presidente" e se non sbaglio è dalle parti di Castel Fusano. Ci passavo da piccola, è la spiaggia del presidente diceva mio padre alla guida, il finestrino abbassato e il braccio fuori per fare uscire il fumo della sigaretta. L'aria calda mi ingarbugliava i capelli, era bello. Immaginavo un lido meraviglioso, con la macchia mediterranea argentea e la luce lunga del tramonto sulla sabbia. Era magico, a uso "esclusivo" del presidente in carica, un rifugio salmastro per brevi e meritati ozii a pochi chilometri dal colle.
Ricordo Pertini con i pantaloni da montagna, quelli corti al ginocchio, come ci teneva all'eleganza, li sfoggiava con orgoglio; la versione trekking dell'anziano presidente che si accingeva alla sua sobria vacanza, la partitella a carte in rifugio, una pipata dopo la polenta.
Ciampi l'ho visto con i miei occhi, ero in gita a Santa Severa, un località marina vicino Roma gradevole e fuori moda, che se ne andava in bici sul lungo mare.
Leone? Anche lui per un mese non lo si trovava. Dove si rifugiava con quell'aria da pensionato astuto, dove mai trascorreva la sua vacanza? A Ravello, sulle Alpi, chissà.
Per Napolitano agosto era alla luce del sole, significava costiera, abbronzatura, il costume boxer di taglio sartoriale, i sandali greci e l'aria rifocillata sotto il panama che esaltava quell'aspetto nobile, un po' inglese.  
Povero Mattarella, costretto a rinunciare anche a quel poco di spiaggia che sognavo dal finestrino. Né pace né riposo per lui, solo un agosto infocato e tutto di palazzo. 
Mi sento in colpa, vorrei proteggerlo, giuro, portagli una granita o una bibita fresca, potergli dire caro Presidente, mi dispiace tanto.


(vacanze romane)




           

domenica 11 agosto 2019

Stelle e desideri


E' caduto il vento
e si sono sollevate le nuvole.
Notte stellata.
(Ryunosuke Akutagawa 1882-1927)  

Una notte stellata leggera come seta, una notte dove si guardano le stelle cadere e i desideri sono lì, a portata di pensiero. Impariamoli a memoria questi tre versi, possono servirci come kit di sopravvivenza per l'aria malsana che respiriamo sulla terra, in questi giorni di porti chiusi come le capocce di chi si scatta selfie e dice ci vuole uno come te per fare andare avanti questo paese.

(Spiaggia italia)





venerdì 9 agosto 2019

La casa di un attimo


Il sogno segreto
dei corvi di Orvieto
è mettere a morte
i corvi di Orte.


Mi capita ogni volta quando, dal treno, vedo Orvieto. E' un attimo, anzi, con l'alta velocità, anche meno. Un battito di ciglia. Orvieto. E ho una bella casa di campagna, di quelle con l'orto e la distesa di girasoli, le tende che si gonfiano per il vento d'estate alle finestre. Le mura della mia casa-di-un-attimo sono belle spesse, è una casa vecchia, quindi molto fresca, forse era dei miei nonni, sul retro ha un orto e la quercia. La sera ci si mangia sotto l'albero, basta apparecchiare la tavola. Qualche olivo intorno. Sì, sì. E l'olio o il vino, da regalare a qualcuno che passa da me. 
Nella casa-di-un-attimo, lo vedo ogni volta anche dal treno, sopra una mensola, c'è un vaso di fiori freschi, rose campagnole in grappoletti. Il vaso è di vetro blu. Nell'armadio vestiti leggeri, o belli caldi per quando il caminetto-di-un-attimo sarà acceso. 
Dura un attimo la mia casa-di-un-attimo, il tempo di scorgerla da un treno in corsa, il tempo di una poesia di Scialoja.   
Un attimo di pura felicità.

(dal treno)

giovedì 8 agosto 2019

Oggi sarebbe stato il compleanno di Pierluigi Cappello


Il sole splende sulla colonna ferma del semaforo,
rimbalza da lunotto a lunotto, i riflessi abbagliano,
le macchine ronfano calme.
Scopre sorrisi, oltre il finestrino, l'allegria
imposta dalle insegne, dei cartelloni.
Tanto simile, tanto adeguata, ai disegni dei lungodegenti
esposti negli ospizi.
Si va tutti insieme, lungo il rettilineo, si è tutti insieme fermi,
tutti insieme soli.
("Sosta" di Pierluigi Cappello)


È un poeta bravissimo, mi disse un giorno Mauro, non puoi non leggerlo. 
Ho seguito il suo consiglio. 
Ieri, saputa la notizia della sua morte da un caro amico, comunicandomela sentivo che aggiungeva tra sé "un poeta dolcissimo".
Nonostante la sua vita non avesse nulla di dolce, pensavo. Nonostante non fosse ricco o famoso. Nonostante nonostante e nonostante, pensavo stringendo il braccio di Mauro, era così: Cappello era un poeta dolcissimo. 
L'intervista alla radio, ma qualsiasi cosa facesse, era per lui uno sforzo inane per l'assetto che da anni e anni non gli permetteva il volo, che lo costringeva a schiacciarsi ogni giorno un po' di più

Si va tutti insieme, lungo il rettilineo, si è tutti insieme fermi,
tutti insieme soli.

Lo ricordo un fico, bello e forte. Come in questa foto che ho scattato al festival di Mantova tre anni fa, dove pare pronto a partire con foga verso l'alto, sopra di noi, la carrozzina che neanche si vede. Sguardo fiero, zero smancerie, energia. Anche un po' di distacco dagli altri.
La poesia che ho trascritto per questo ricordo è dolcissima, è così vero, e la traggo dalla raccolta "Stato di quiete" che, con "Assetto di volo", è tra le mie più care. 
Quando muore un poeta è tutto più brutto, è come se la patina grigia sulle cose fosse più resistente da grattare via.
Oggi ci sentiamo più fermi e più soli. 
Ciao.




(RIP)








martedì 6 agosto 2019

Divieto di balneazione


Calmo, limpido il mare
che prende e dà memoria
e a te darà sopra tutto salute.

Il cielo in qualche zona
ha l’azzurro nutrito dal ferro
delle ortensie sul Ceneri.

“Vieni”, dici, “fa’ il morto,
è così facile”. A me …
che appena il vivo so fare.
("Quadernetto del Bagno Sirena" di Giorgio Orelli)


Un tempo era il governo balneare, l'esecutivo nato per finire subito, veniva detto anche "di transizione" e durava il tempo di una pausa estiva.
Adesso dura di più - come per gli anni dei cani, a causa della sua sovraesposizione social, un solo giorno sembra un anno - ma il mare c'entra sempre. E si fa allo stabilimento pop, ballando e facendo selfie - ah, quelle unghie rapaci arancio della tipa di turno, ghermiscono il telefonino dalla cover in tinta e lei, ebbra di di godimento -, o al porto. Chiuso.

(vita da spiaggia)