lunedì 20 maggio 2019

Nanni Balestrini



Avremmo potuto farne a meno
gli alberi fanno troppo rumore,
ma cosa ci stanno a fare
i cavalli, ciascuno per suo conto
avremmo finito per perderci,
fare ritorno, fare
tutto quello che vuoi, certe
volte gli alberi riescono
a crescere in direzione del cielo
aspirando l’esplosione dell’istante
inatteso, aspettando che finisca
di piovere, ispirati dall’istinto
correndo da una parte all’altra
ispidi, istigati dall’isteria,
il cuore pieno di bottoni,
le dita immerse, anguiformi,
com’erano belle dalla barca,
soffiamoci sopra, fine.
(Da "Corpi in moto, corpi in equilibrio" di Nanni Balestrini, morto oggi.)


Quando muore un poeta, comunque, quando muore e se ne va via, si spegne una luce e ci si vede un po' meno, si procede a tentoni e si può anche inciampare. 


(poesia)



sabato 18 maggio 2019

Brindisi

Tricky snow in May
pricking skins hairs roses
and frozen noses
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Neve truffaldina di maggio
punge pelle capelli rose
e nasi congelati
("Haiku. For a season/ per una stagione)


E poi arriva la neve truffaldina di un maggio freddo, così simile a quello fuori le nostre finestre. 

Sono stati appena pubblicati gli haiku di Andrea Zanzotto che il poeta compose prima in inglese e che, in una seconda fase, ha autotradotto in italiano in un sofisticato processo creativo. Ogni parola è stata scelta, asciugata e, come avviene per un frutto, spremuta fino a ottenere un succo. Sta al lettore bere questo concentrato di letteratura dove c'è l'incanto della forma e il magnetismo di un accadimento minuscolo e cosmico insieme. E dove le note dell'autore alla fine del volume sono il suo kireji, nello haiku giapponese quel verso, spesso posizionato alla fine, che mette in rilievo tutti gli altri. Evviva!


(cin cin)



giovedì 16 maggio 2019

Oroscopo di ieri sera


Io sono proprio lì,
nel punto in cui convergono
influssi, allineamenti,
i fili che sollevano
questa mia mano in Acquario,
questo mio cuore in Gemelli,
diligente creatura del puparo
stellare.
("Oroscopo" di Valerio Magrelli)

Succede che uno si trovi nel momento giusto nel posto giusto, a volte capita. Ma più spesso è il contrario. I miei pianeti, per esempio, solo ieri, si sono allineati a favore della seconda: tutto sbagliato. La mattina pioveva e faceva freddo, meglio non bagnarsi in motorino, prendo l'auto, sì, è un maggio strano, forse sarà per il suo segno, i Gemelli, che è pure il mio, che mi trovo in questo casino? Un'ora e tre quarti per fare sì e no tre chilometri, undici minuti in auto, dice google maps se si cerca il mio percorso. Solo che l'applicazione non poteva saperlo che c'era la partita. E sono diventata prigioniera di un tempo fuori dal tempo  inutilmente speso, ficcata lì dentro mentre le sirene urlavano e le imprecazioni salivano verso il cielo grigio e qualcuno si menava. Fosse stato per una buona causa, pensavo, una manifestazione, oppure un'altra ragione che so una grande riparazione, tipo l'asfalto, le buche della strada, un bel cantiere per un'opera pubblica... Anche un crollo, sarebbe andato bene, anche un crollo di un palazzo, nessun morto, ovvio, ma lo pensavo. 

Io sono proprio lì,
nel punto in cui convergono
influssi, allineamenti

Ma una tifoseria armata di mazze nata nel segno di un Marte rissoso e babbeo, oracolo dei tempi che viviamo, proprio no. 


(Fortuna a pezzi)


  

martedì 7 maggio 2019

Salone del Libro


Se un vento adesso
porta ombre cattive
parole di turbamento
tu cancella l'arsura
dammi da mangiare
dalla tua voce
un pane di parole intese
dentro le misure del silenzio
oggi che siamo 
disabitati.
(da "Le giovani parole" di Mariangela Gualtieri)


Se vado al Salone? Come ogni anno, come ogni giorno. Cosa c'è mai di diverso? Ogni giorno, e da anni, da quando sono nata, esco da casa e attraverso la mia città. E i manifesti sul muro, e le svastiche, gli "ancora vive" e i "camerata, presente!" di vernice nera, eterni, e leggo i giornali con le notizie di ragazzi che ce rubbeno er lavoro pestati a sangue, di barboni accesi con un cerino, e di colori della pelle, ancora-col-colore-della-pelleee. E vado avanti. E mi ritrovo, in metropolitana o in mezzo alla tifoseria incarognita del dopo partita o eccitata dal pre, a guardare tatuaggi cattivi su bicipiti istoriati, su colli tozzi da vene gonfie. E vado avanti. La resistenza a tutto questo non è eclatante o schizzinosa, è dare rilevanza a un ragazzo di Torre Maura o a uno che sfila a Napoli contro la camorra, è partecipazione. È esserci, guardarsi, ascoltarsi dentro le misure del silenzio


(Salone del libro)




lunedì 6 maggio 2019

Simone e Antonio


Ardui cammini del verde
sul filo di infinite inesistenze -
un ultimo raggio li perseguita
(Haiku di Andrea Zanzotto)

L'arduo cammino di Antonio Piccirillo (video QUI) e quello di Simone di Torre Maura, due ragazzi che idealmente proseguono fianco a fianco, uniti in una lotta privata e pubblica. Cercano di sollevarsi, di schivare quel raggio oscuro che perseguita le loro esistenze, si chiami camorra o fascismo loro vanno avanti. Sono bellissimi e i loro sguardi illuminano la strada per chi li seguirà.


(In cammino)